Trento
21 Dicembre 2023

Università: tante incognite sul bilancio di previsione 2024

Via libera del Consiglio di amministrazione di Ateneo a un bilancio di previsione da 330 milioni per il prossimo anno. Sotto controllo i conti, nonostante il possibile ricorso a risorse patrimoniali proprie dell’Ateneo. Prosegue lo sforzo dell’Ateneo per il contenimento delle spese. Ancora forti le incertezze legate all’aumento dei costi di struttura.

Necessario un mix di azioni per preservare l’equilibrio finanziario e garantire la continuità nello sviluppo di attività di qualità: aumento e stabilizzazione della quota base erogata dalla Provincia autonoma di Trento; contenimento e differimento delle spese; impiego di risorse patrimoniali proprie dell’Ateneo. Accolto come un primo segnale positivo lo stanziamento strutturale da 5 milioni deciso dalla giunta provinciale. Aumentano del 52% i ricavi propri ottenuti da UniTrento tramite bandi competitivi che premiano la capacità di reclutare personale di alto profilo e la qualità delle infrastrutture di ricerca

Un via libera con qualche preoccupazione, ma anche con alcuni segnali di ottimismo. Con questo spirito il Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, riunito oggi in seduta ordinaria a Palazzo Sardagna, ha discusso e approvato il bilancio di previsione 2024 dell’Ateneo trentino.
Il budget dell’Ateneo per il prossimo anno riflette ancora le criticità evidenziate in primavera in fase di consuntivo nella correlazione tra costi e ricavi. Se la situazione al momento appare sotto controllo grazie al ricorso al patrimonio libero di UniTrento, serviranno ancora altri interventi sul fronte dei contributi e uno sforzo aggiuntivo da parte dell’Ateneo per raggiungere un equilibrio di bilancio strutturale. Oltre alle note difficoltà emerse nel corso degli ultimi due anni, al momento sono ancora numerose le incognite legate all’andamento dell’inflazione e al rialzo dei costi generali. Per questa ragione per il 2024 saranno mantenute e rafforzate ulteriormente le misure di contenimento dei costi, anche per evitare di erodere eccessivamente le risorse di patrimonio libero.
Sarà proprio la combinazione di tre azioni – aumento e stabilizzazione della quota base erogata dalla Provincia autonoma di Trento, contenimento e razionalizzazione dei costi, impiego di risorse patrimoniali proprie dell’Ateneo – a consentire di superare il periodo di sbilanciamento nei conti e permettere all’Università di Trento di mantenere l’alto livello nella didattica, nella ricerca e nel sostegno all’innovazione e alla crescita del territorio trentino. A questo si aggiunge l’intenzione da parte dell’Ateneo di rivedere alcune procedure contabili interne.
In questo quadro, lo stanziamento strutturale da 5 milioni da parte della Provincia autonoma di Trento in quota base è stato letto come un segnale di attenzione e di distensione nei rapporti con l’Ateneo, che aiuta a chiudere il bilancio di previsione con maggiore serenità. Una decisione che, pur non essendo risolutiva per i conti dell’Ateneo, dà sostanza alla buona volontà espressa dalla giunta provinciale. Il Consiglio di amministrazione lo ha letto come auspicio positivo per quanto dovrà essere deciso nel corso del 2024 per quanto riguarda sia l’eventuale esito della negoziazione con il Ministero dell’economia e delle finanze per la rivalutazione dei finanziamenti statali alla Provincia autonoma di Trento per l’Università, sia l’adeguamento della contribuzione della quota parte della Provincia.
Un punto di particolare attenzione per l’Ateneo riguarda la partita edilizia: con l’esaurimento dei fondi provinciali destinati allo sviluppo immobiliare universitario, i costi relativi alle attività di manutenzione straordinaria degli edifici e l’eventuale allargamento del parco immobiliare vanno a pesare interamente sulle casse dell’Ateneo. È questa una preoccupazione aggiuntiva che incide su una voce di spesa importante, soprattutto alla luce degli interventi sempre più urgenti su varie sedi. Assegnato il finanziamento provinciale per la realizzazione della residenza universitaria sull’area ex Italcementi, rimane però la necessità di una programmazione edilizia accurata che richiede certezze sulla disponibilità di spesa nel medio periodo.
La buona notizia per quanto riguarda le previsioni sul 2024 è però che l’Università di Trento può contare su un ulteriore aumento dei proventi propri rispetto agli anni scorsi (34 milioni in più, pari al 52% di aumento). Un dato in contante crescita che, per il prossimo anno, garantisce all’Ateneo 102 milioni di ricavi. Queste risorse aggiuntive sono arrivate grazie ai proventi da trasferimento tecnologico e ai successi della ricerca UniTrento, finanziata attraverso bandi ministeriali ed europei su base competitiva, che permetteranno anche nel 2024 di sostenere le attività di reclutamento di personale di qualità e di sviluppo delle aree strategiche connesse ai progetti finanziati. È il caso dei finanziamenti vinti con il programma ‘Dipartimenti di eccellenza’, con il Pnrr e i numerosi progetti europei che vedono UniTrento costantemente tra i migliori atenei italiani in termini di performance. Gli stanziamenti premiano la capacità dell’Ateneo di reclutare personale docente, tecnico e amministrativo di alta qualità, ribadita più volte nelle varie classifiche che fotografano la qualità della ricerca ma anche nelle valutazioni della Vqr (Valutazione della qualità della ricerca condotta dall’Anvur), e di ideare progetti di ricerca innovativi e di elevato impatto scientifico e sociale. Una caratteristica distintiva per UniTrento, ateneo da anni al vertice nel panorama nazionale per quanto riguarda l’attrattività scientifica e la qualità delle infrastrutture di ricerca.

Il dettaglio del bilancio

Conto economico – Dal conto economico previsionale per il 2024, ancora più ricavi e ancora più costi rispetto allo scorso anno. Se nel 2023 il bilancio si attestava sui 291 milioni, ora per il 2024 la cifra prevista è di 330 milioni di euro. Continua ad essere significativo l’utilizzo di riserve di patrimonio netto non vincolato (10 milioni) per far fronte al forte aumento dei costi di gestione del patrimonio immobiliare e del costo del personale, in gran parte legato ad adeguamenti contrattuali (+7% circa).
Ad affiancare questo, le azioni di risparmio sulla spesa che hanno riguardato in particolare il contenimento delle strutture di servizio, dei dipartimenti e centri e del personale, per un totale di 11,1 milioni pari al 7%. Alcune altre spese dilazionabili (14,8 milioni pari al 20%) sono state poi differite, previa successiva valutazione alla luce degli adeguamenti strutturali dei contributi della Provincia autonoma di Trento.
Per quanto riguarda il piano degli investimenti, per il 2024 sono stati stanziati 27,7 milioni complessivi. Di questi, 9,5 sono per il progetto studentato all’ex Italcementi e sono finanziati dal Ministero e dalla Pat. E altri 8,3 sono invece interventi di edilizia universitaria a carico di risorse di Ateneo, in attesa della definizione del nuovo programma di edilizia con la Provincia autonoma di Trento. In questa voce rientrano, ad esempio, il completamento dei lavori di adeguamento del compendio immobiliare di Povo zero e di quello di Mesiano rispetto alla normativa antincendio oltre alla riqualificazione di un’ala di due edifici all’interno dell’area ex Manifattura Tabacchi a Rovereto. Molti altri interventi strutturali e di manutenzione inizialmente previsti sono stati congelati (ad esempio il rifacimento di coperture e la riqualificazione di alcuni edifici) in attesa del nuovo programma di edilizia universitaria. Va considerato che l’Ateneo sostiene complessivamente ogni anno costi per almeno 17 milioni per servizi agli edifici, comprensivi di utenze, manutenzioni e, in alcuni casi, locazioni.
Un investimento complessivo di 8,5 milioni è previsto anche per attrezzature scientifiche, impianti e immobilizzazioni materiali, finanziati principalmente con risorse ministeriali (4,9 milioni dal programma ‘Dipartimenti di eccellenza’). Questi investimenti serviranno al potenziamento delle dotazioni infrastrutturali a sostegno delle varie attività di ricerca e di didattica condotte dai dipartimenti dell’Ateneo.

Ricavi – In coerenza con quanto previsto dall’Atto di indirizzo 2023-25, i trasferimenti da parte della Provincia autonoma di Trento sono stimati in 130 milioni complessivi e sono esposti tra i contributi in conto esercizio. In particolare, i trasferimenti sono ripartiti fra una quota base (119 milioni, comprensivi dell’integrazione di 5 milioni appena stabilita dalla giunta provinciale) destinata a dare continuità alle attività già in essere e una quota programmatica (3,6 milioni) assegnata per il finanziamento di specifici programmi di sviluppo definiti in precedenza. Fanno parte di questa voce anche i residui di anni precedenti (4,5 milioni) riferiti ad iniziative progettuali di interesse comune non ancora ultimate. Viene esposta inoltre una quota premiale da destinare alle azioni di sviluppo strategico di Ateneo (2,9 milioni).
Per quanto attiene i ricavi propri, anche quest’anno si conferma la capacità dell’Ateneo trentino di attrarre e finanziamenti per la ricerca da bandi competitivi (95 milioni contro i 62,3 dello scorso anno, pari a un aumento del 52%). Le voci più consistenti riguardano i finanziamenti ministeriali – in particolare con il Pnrr (25,7 milioni), i Prin 2022 (13,4), il bando ‘Dipartimenti di eccellenza’ (8,7) – i finanziamenti premiali da parte dell’Unione europea su vari programmi (34 milioni).
Risorse e persone che arrivano in Trentino ma che determinano anche un rovescio della medaglia: l’aumento della capacità di attrazione di finanziamenti esterni genera infatti maggiori costi generali di funzionamento a carico dell’Ateneo, più pressione sul personale amministrativo e maggiori esigenze di spazi.
Sempre significativi infine i proventi derivanti da ricerche commissionate e da trasferimento tecnologico per (6,7 contro i 5,2 milioni del 2023) ed è costante la contribuzione studentesca su 19,8 milioni (erano 19,9 lo scorso anno).

Costi – Per quanto attiene ai costi, le spese per il personale strutturato di Ateneo, al netto dell’Irap, sono di 78,6 milioni per il personale docente (73,6 nel 2023), di 1,8 milioni per il personale esperto linguistico (stesso importo del 2023) e di 37 milioni per quello tecnico amministrativo (erano 33,9). Gli stessi sono stimati nel rispetto dei vincoli stabiliti dal patto di stabilità e dalla normativa vigente.
Per quanto riguarda le altre voci a bilancio, le spese per interventi a favore di studenti e studentesse, al netto dell’Irap, sono in linea con lo scorso anno e ammontano a 24 milioni, di cui 7,1 milioni (erano 8,2 nel 2023) a favore della comunità studentesca per il finanziamento di borse di studio volte, principalmente, a promuovere e valorizzare la mobilità internazionale e di altri servizi.
Tra le risorse previste a budget per il 2024, 2,8 milioni sono stanziati a supporto delle azioni avviate nell’ambito del Piano Strategico di Ateneo per il quinquennio 2022-2027. Il Piano rappresenta il quadro di riferimento per orientare le azioni che ciascuna struttura accademica e gestionale sarà chiamata a sviluppare e articolare secondo le diverse missioni e sensibilità disciplinari, le proprie criticità e la propria strategia di sviluppo.

(a.s.)