Rovereto
28 Ottobre 2019

UniTrento e Comune di Rovereto: oltre 200mila euro per crescere

Otto i progetti 2019 sostenuti grazie alla convenzione già attiva: dalla meccatronica all’ambito psicoeducativo alla salute. L’accordo rinnovato oggi anche per il triennio 2020-2022 per lo svolgimento di attività di studio e ricerca dell’Ateneo

È un matrimonio che si rafforza nel tempo quello tra il Comune di Rovereto e l’Università di Trento. Questa mattina a Palazzo Pretorio è stata rinnovata la convenzione per lo svolgimento di attività di studio e ricerca dell’Ateneo per il triennio 2020-2022. Patto che dal 2011 li unisce nel segno di una crescita vicendevole.
La convenzione si propone di favorire e consolidare nel prossimo triennio la collaborazione tra il Comune e l’Università al fine di concorrere alla realizzazione di iniziative di reciproco interesse. In tal senso il Comune individua ambiti di miglioramento dei servizi per facilitare l'accoglienza della comunità universitaria, con particolare riferimento all'area dell’ex Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco e si impegna a condividere e sostenere alcuni progetti specifici.

La “dote” anche questa volta è ricca: ammontano a oltre 200mila euro i contributi per il 2019 dell’amministrazione comunale roveretana a favore dell’Ateneo trentino. In base alla convenzione, altrettanti potrebbero essere previsti per i due anni successivi per arrivare quindi a circa 600mila euro nel triennio, in base alle intese future. 
La convenzione è stata firmata oggi a Palazzo Pretorio dal sindaco del Comune di Rovereto, Francesco Valduga, e dal rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini.
«Il rinnovo di questa convenzione è una delle modalità con la quale dimostriamo l'importanza del nostro rapporto con l'università, un rapporto costruito negli anni, che  offre sempre nuovi stimoli» ha esordito il Sindaco Francesco Valduga. "È un rapporto sempre più forte e strategico per una città che ne trae vantaggio anche in termini culturali in quanto l'Università produce pensiero che a sua volta favorisce un dibattito culturale utile a  contrastare una deriva di superficialità che spesso caratterizza questi tempi. Al tempo stesso la città si candida ad ospitare altri importanti pezzi di università perché sia più ampia l'offerta,  ma lo fa al di fuori da logiche di campanile: vogliamo valorizzare enormi potenzialità di spazi (esistenti) dentro reti di attività esistenti  per rendere questo territorio più attrattivo, e vogliamo farlo in stretta connessione con quanti già operano. Questa è città non solo della Formazione, ma città dell'impresa, città di studio e di approfondimento sulle figure più Nobili che hanno contrassegnato la cultura Trentina. Quanto ai servizi  non ci si improvvisa città universitaria, crediamo sia necessario costruire percorsi  di  nicchia, che renderanno ancora più attrattivo studiare a Rovereto, da parte nostra c'è la volontà di potenziare servizi ed investimenti».
«Con il Comune di Rovereto stiamo lavorando in sintonia su obiettivi comuni. Esaurita la prima fase di insediamento delle attività universitarie nella città di Rovereto vogliamo ora concentrarci sui servizi e sulle infrastrutture necessarie alla vita e allo sviluppo di una comunità universitaria» ha dichiarato il rettore Paolo Collini. «L'amministrazione comunale ha scelto di dare un supporto specifico aggiuntivo su alcune aree di ricerca a forte radicamento sul territorio o di interesse per la collettività. Dalle neuroscienze alla meccatronica, dalle scienze cognitive allo sport fino alla valorizzazione del patrimonio di figure e peculiarità specifiche di Rovereto, come lo studio di Antonio Rosmini. Una fase recente di sviluppo ha poi riguardato l'apertura di attività formative e di ricerca legate in qualche modo al territorio, al clima, all'ambiente, come il Festival della Meteorologia o il nuovo Centro geo-cartografico, che vanno ad aggiungersi a realtà ormai consolidate come il Cimec, la meccatronica o le scienze cognitive. Far crescere Rovereto come città universitaria è una nostra priorità, concreta e condivisa. Per farlo, investiamo in ricerca e formazione di alto livello con iniziative crescenti in numero e in qualità che offrono ricadute concrete anche sul territorio».
Tre gli interventi in sala in rappresentanza degli otto progetti finanziati per il solo 2019, soprattutto attraverso assegni di ricerca.
Paolo Bosetti, del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Trento, ha spiegato come viene impiegato l’assegno di ricerca nello sviluppo di progetti nell’ambito della meccatronica: «L'obiettivo principale del settore è l’ingegneria di sistema e la progettazione di sistemi meccanici innovativi e intelligenti. L'enfasi è sull’integrazione e sulla progettazione funzionale. Il tema ha un legame stretto con il territorio roveretano data la localizzazione della ricerca alla ProM Facility del Polo Meccatronica, struttura dotata di attrezzature all’avanguardia per la stampa 3D, la manifattura additiva e la prototipazione rapida di sistemi meccatronici».
Paola Venuti, del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento, ha descritto il progetto "Se faccio, capisco: integrazione delle competenze motorie, cognitive e sociali in un percorso psicoeducativo": «Studiamo gli effetti sullo sviluppo integrato di abilità motorie, cognitive ed emotive di un percorso psicoeducativo da attivare negli asili nido e nelle scuole d’infanzia, insieme agli educatori e agli insegnanti degli istituti coinvolti».
Massimiliano Zampini, del Centro interdipartimentale Mente/Cervello dell’Università di Trento, ha esposto il progetto "La percezione multisensoriale del cibo e l’obesità: un’indagine sperimentale con possibili ricadute clinico-applicative”: «Ci proponiamo di indagare i meccanismi percettivi legati alla valutazione del cibo in persone obese. I risultati degli studi potranno fornire informazioni per chi si occupa di seguire clinicamente i pazienti obesi. Il progetto verrà condotto in collaborazione con l’Azienda provinciale dei Servizi sanitari, che opera sul territorio roveretano».
Gli altri cinque progetti finanziati nel 2019 riguardano la cartografia con un progetto pilota in Vallagarina condotto sotto la guida di Elena Dai Prà del Dipartimento di Lettere e Filosofia e lo studio della malattia di Parkinson per lo sviluppo e validazione di programmi motori per promuovere l’attività fisica in persone affette da questa malattia, coordinato da Luca Turella del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello. Prevista anche una collaborazione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Rovereto nell’ambito delle neuroscienze con Costanza Papagno del Cerin (Centro Interdipartimentale Mente/Cervello) e Bruno Giometto (Apss). Prosegue l’attività di ricerca sulla figura e sull’opera di Antonio Rosmini coordinata da Paolo Marangon per il Centro di Studi e Ricerche "Antonio Rosmini" (Dipartimento di Lettere e Filosofia). Infine, i laboratori didattici e i seminari per offrire a studenti e insegnanti degli ultimi anni della scuola superiore di Rovereto uno spazio attrezzato nel quale svolgere attività per avvicinarsi ai temi delle scienze cognitive attraverso un approccio laboratoriale e pratico: un’attività a cura del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive).

(e.b.)