Trento
14 Marzo 2024

Su la maschera

Uno studio sperimentale condotto durante l’emergenza su oltre 6mila persone rivela la percezione dell’efficacia delle diverse misure di protezione. I risultati pubblicati in questi giorni su Scientific Reports

Fare tesoro di quanto si è imparato a proprie spese durante la pandemia per migliorare la gestione sanitaria in futuro. È lo stimolo che ha portato studiosi e studiose a occuparsi del tema e ad approfondire vari aspetti ben oltre la fase dell’emergenza.
Proprio in questi giorni è uscito un articolo, primo firmatario e corresponding author Giuseppe Alessandro Veltri del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, che si sofferma sulle linee guida di sanità pubblica adottate durante la pandemia. Il gruppo di ricerca ha valutato l’effetto percepito dalla popolazione sul rischio di trasmissione del virus degli interventi non farmacologici come uso della mascherina, luoghi e durata degli incontri e distanza interpersonale.
Lo studio sperimentale è stato condotto in modalità online nel mese di giugno 2021 su un campione di 6567 persone non vaccinate. Gli esperimenti sono stati somministrati in Bulgaria (1069), Francia (1108), Polonia (1104), Italia (1087), Spagna (1102) e Svezia (1097). Lo scopo era analizzare quale fosse l’efficacia delle diverse misure nella percezione della gente. Dai risultati emerge che si dava maggiore fiducia all’uso della mascherina e alle riunioni in luogo aperto invece che al chiuso, mentre non si credeva molto nell’importanza di mantenere la distanza fisica di uno o due metri, di preferire gli incontri brevi e di limitare il numero di partecipanti. Ulteriori approfondimenti sono stati fatti sulle differenze in base al paese, al sesso, all'età, allo stile cognitivo (riflessivo o intuitivo) e al livello di timore per il Covid-19 dei partecipanti.
«I nostri risultati evidenziano l'importanza di migliorare gli aspetti comportamentali delle politiche sanitarie e l'alfabetizzazione sanitaria dei cittadini in merito alla progettazione di interventi non farmacologici e al rischio di trasmissione della SARS-Cov-2 e di potenziali virus futuri» concludono autori e autrici.
Sono almeno un centinaio le pubblicazioni scientifiche prodotte da studiosi e studiose nell’ambito del progetto “Periscope – Pan-European Response to the ImpactS of Covid-19 and future Pandemics and Epidemics”, che era stato finanziato dalla Commissione europea con 10 milioni di euro attraverso il programma per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020 quale parte della Coronavirus Global Response Initiative. Il progetto Periscope, che ha coinvolto 32 istituzioni di 15 paesi europei impegnate nello studio dell’impatto sociale, politico ed economico della pandemia, si è concluso nei mesi scorsi. Il progetto di ricerca con un tale vasto raggio di analisi continua a portare indicazioni per la gestione della salute pubblica.
L’articolo
L’articolo, dal titolo “Assessing the perceived effect of non-pharmaceutical interventions on SARS-Cov-2 transmission risk: an experimental study in Europe” (https://doi.org/10.1038/s41598-024-55447-1), è stato scritto da Giuseppe A. Veltri (Università di Trento, Italia); Tim Büthe, Janina Isabel Steinert e Henrike Sternberg (Technische Universität München, Germania); Barbara Fasolo, Matteo M. Galizzi, George Gaskell e Ploutarchos Kourtidis (London School of Economics and Political Science, UK).

(e.b.)

Articolo disponibile in Open access su https://www.nature.com/articles/s41598-024-55447-1