Trento
16 Maggio 2022

Il 5X1000 alla ricerca contro le malattie neurodegenerative

L’Università di Trento lancia una nuova campagna in occasione dell’avvio della stagione delle dichiarazioni dei redditi 2022. I proventi del 5x1000 andranno a sostegno della ricerca del Dipartimento Cibio incentrata sulla ricerca di marcatori neuronali, che come “neurospie” sono in grado di intercettare in anticipo i segnali di malattie neurodegenerative. Obiettivo: accelerare e rendere più precisa la diagnosi di malattie come Alzheimer, Parkinson, SLA, e altre demenze legate alla morte neuronale, per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

L’aumento della vita media o l’aspettativa di una vita più lunga portano con sé un aspetto critico: aumentano infatti le patologie legate all'invecchiamento neuronale. Malattie neurodegenerative, come la malattia di Parkinson, Alzheimer o le demenze, portano a molti anni di disabilità e sono oggi inesorabili cause di morte, con pesanti risvolti psicologici ed economici per le famiglie e per la sanità pubblica. La loro diagnosi è talvolta non specifica e arriva quando i sintomi sono ormai evidenti.
Ma se potessimo saperlo prima? Un gruppo di ricercatrici dell’Università di Trento sta lavorando per intercettare i segnali delle cellule neuronali sofferenti. Come se fossero “neurospie”, circolano nel sangue e indicano anomalie nel funzionamento dei neuroni. Una diagnosi precoce di queste malattie può ritardare la degenerazione neuronale e migliorare la qualità della vita. Il 5X1000 devoluto all’Università di Trento nelle dichiarazioni dei redditi 2022 servirà per finanziare il progetto a cui lavorano quattro professoresse del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio): Manuela Basso, Paola Bellosta, Marta Biagioli e Michela Alessandra Denti. La campagna di promozione delle sottoscrizioni è partita in questi giorni e fa leva proprio sulla possibilità, un giorno non troppo lontano, di conoscere in anticipo la propria condizione patologica per tentare di proteggersi e di gestire con maggior efficacia la spesso inevitabile degenerazione della malattia, soprattutto migliorando la propria qualità della vita.

Il progetto Neurospie - Per contrastare l’insorgenza e lo sviluppo delle malattie neurodegenerative è necessario agire fin dagli stadi precoci, identificando dei neuromarcatori, vale a dire segnali rilasciati dalle cellule neuronali sofferenti. Questi possono essere intercettati come “spie” che si accendono e vengono rilasciate all’insorgere della patologia. Le molecole possono quindi essere individuate in fluidi facilmente accessibili come il sangue e le urine, seguendo quindi una procedura non invasiva per il paziente.
Il vantaggio di questo approccio è molteplice. Innanzitutto permette di accelerare e di rendere più precisa la diagnosi di molte patologie neurodegenerative. Inoltre rende possibile indirizzare i/le pazienti verso i trials clinici più promettenti per quella specifica malattia. Infine, consente di stimare l’efficacia di nuove terapie, anche in collaborazione con il sistema sanitario e clinico territoriale.
Il progetto è guidato da un team di biologhe, biotecnologhe e genetiste che hanno una lunga esperienza di studi sulla neurodegenerazione e i biomarcatori. Marta Biagioli e Michela Alessandra Denti hanno identificato microRNA e RNA circolari di facile misurazione nel sangue di pazienti. Manuela Basso è esperta nell’analisi e caratterizzazione di vescicole extracellulari: piccole entità rilasciate da neuroni sofferenti. Paola Bellosta usa invece il moscerino della frutta o Drosophila melanogaster per validare geneticamente i meccanismi alterati nella degenerazione dei neuroni.
Un team costruito su competenze diverse che ben si integrano in questa caccia ai biomarcatori. Il progetto fa leva proprio sulla sua natura interdisciplinare per superare gli ostacoli posti finora dalla ricerca in questo campo. Le tecniche di metabolomica, proteomica e sequenziamento di RNA combinate tra loro e integrate con la collaborazione con la clinica e le associazioni di pazienti possono fare la differenza per identificare con alta risoluzione indicatori di un comportamento anomalo delle cellule neuronali malate. Scopo finale del progetto è di trovare biomarcatori da proporre in clinica.
Il 5X1000 verrà impiegato per l’acquisto di attrezzature e materiali di consumo e per la copertura di assegni di ricerca per sostenere il lavoro del team.

(a.s.)

Aderire è semplice. Basta indicare il codice fiscale dell’Università di Trento – 00340520220 – nella propria dichiarazione dei redditi.
Maggiori informazioni e istruzioni sono disponibili sul sito: www.unitn.it/5x1000