Trento
21 Aprile 2021

"BlueforGreen", il 5 per mille UniTrento è con Dolomiti Energia

Dalle Dolomiti al mare con un obiettivo: estrarre energia rinnovabile dalle onde del mare in modo efficiente. Chi nella dichiarazione dei redditi destinerà il 5 per mille all’Università di Trento finanzierà un assegno di ricerca per giovani ricercatori o ricercatrici. Ecco la campagna dell’Ateneo per sostenere il progetto di ricerca dell’ingegnera Elisabetta Tedeschi scelto per il 5 per mille 2021 dell’Ateneo. La collaborazione con Dolomiti Energia per la promozione del progetto darà energia alla campagna

L’Università di Trento lancia la sua nuova campagna 5 per mille e chiede alla comunità di sostenere ancora una volta un progetto di ricerca ad alto impatto collettivo. Il primo a rispondere è il grande gruppo, leader nel settore dell’energia, Dolomiti Energia, che con il suo supporto nella comunicazione del progetto e delle modalità di adesione alla raccolta 5 per mille darà slancio alla campagna promozionale. 
Il progetto proposto, che sarà sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria industriale, si concentrerà su energia pulita e ambiente. Obiettivo: l’ottimizzazione di un dispositivo particolarmente robusto ed efficiente, in grado di convertire l’energia di movimento delle onde del mare in energia elettrica. Questa innovazione parte da ricerche già in corso nel gruppo coordinato dall’ingegnera Elisabetta Tedeschi al Dipartimento di Ingegneria industriale e si ispira a ricerche condotte in ambito aerospaziale. 
Dalle onde energia pulita, abbondante, sostenibile: il progetto
Il progetto punta infatti ad affinare un tipo di dispositivo elettromeccanico – detto Power Take-Off - particolarmente promettente, che può effettuare la conversione con alti rendimenti ed elevata robustezza. Sfruttare le onde del mare per catturare energia potrebbe davvero segnare una svolta nei sistemi di produzione di energia, in modo abbondante, pulito, sostenibile. Una necessità da risolvere in tempi rapidi, quella dell’approvigionamento dell’energia in grandi quantità e nel rispetto dell’ambiente, perché purtroppo le scadenze fissate dagli obiettivi europei si avvicinano. Sono infatti ancora lontani i traguardi dell’abbattimento delle emissioni (del 55% rispetto al 1990 entro il 2030) e della neutralità climatica (entro il 2050), nonostante i grandi progressi fatti nel campo delle energie pulite, come solare ed eolica.
Una risposta, dunque, potrebbe venire dalle onde del mare: una sorgente rinnovabile che ha un elevatissimo potenziale non soltanto grazie alla sua enorme disponibilità, poiché gli oceani ricoprono oltre il 70% della superficie terrestre, ma anche all’alta prevedibilità e all’elevata densità di potenza, che è cinque volte superiore a quella dell’energia del vento e dieci volte superiore a quella dell’energia solare. Nonostante il vantaggio evidente, l’energia delle onde viene attualmente utilizzata soltanto in minima parte per produrre quell’energia elettrica di cui la società è sempre più vorace. Ciò perché le tecnologie per estrarla non hanno ancora raggiunto una maturità tecnologica sufficiente. 
«La Commissione europea intende aumentare di quasi cento volte, in dieci anni, la potenza installata ottenuta da convertitori di energia degli oceani. Ma in un Rapporto del 2018 ha anche riconosciuto che per realizzare questo obiettivo i convertitori di energia delle onde devono essere ottimizzati perché la quantità di energia elettrica fin qui prodotta è troppo limitata – spiega la responsabile del progetto Elisabetta Tedeschi. Gli sforzi devono concentrarsi, in particolare, sul componente chiamato “Power Take-Off” che è necessario per la conversione dell’energia di movimento dell’onda in energia elettrica, e sulla sua validazione. Proprio su questo componente intendiamo lavorare al Dipartimento di Ingegneria industriale. Vogliamo renderlo più efficiente e applicabile su vasta scala lavorando sulla sua modularità e sulla gestione dei guasti». 
«Un sistema modulare è più flessibile e può adattarsi più facilmente ai diversi stati di mare, al modo ondoso mutevole, garantendo un funzionamento più costante, più efficiente e più flessibile– prosegue Tedeschi. Vogliamo affinare nuove tecniche di controllo che abbiamo impostato in precedenti studi. Perché lavorare in modo sistematico sulla rapida gestione dei guasti e sulla minimizzazione dell’impatto aumenta l’affidabilità del dispositivo e conseguentemente la sua produttività energetica. Questo può portare come vantaggio una maggiore disponibilità di energia con una riduzione dei costi di produzione. Solo così possiamo davvero considerare l’energia ondamotrice un’alternativa efficace per la produzione di energia pulita». 
Lo sviluppo del progetto sarà possibile grazie al lavoro di una giovane laureata o laureato che sarà finanziato tramite le donazioni arrivate dal 5 per mille 2021 all’Università di Trento. Il progetto si presta particolarmente bene anche alla creazione e al consolidamento di collaborazioni sia nazionali sia internazionali.
La collaborazione tra Ateneo e Dolomiti Energia
Il primo significativo appoggio alla campagna dell’Ateneo è arrivato da Dolomiti Energia, partner del progetto che coniuga la sua forte scelta di sostenibilità nelle politiche del gruppo a una grande attenzione per i progetti di ricerca e innovazione nati sul territorio trentino. 
«L’impegno per l’innovazione, per l’energia pulita e un’idea di crescita sostenibile e condivisa con le comunità fanno da sempre parte del dna di Dolomiti Energia“ dichiara Marco Merler amministratore delegato della società “per questo siamo felici di poter collaborare con l’Università di Trento nel dare visibilità a questo progetto che ci permette di offrire ai clienti un’opportunità per partecipare concretamente, sostenendo questo lavoro di ricerca, alla realizzazione di un futuro migliore per tutti». 
«Il sostegno di Dolomiti Energia ci dà fiducia. Testimonia la qualità delle relazioni con i nostri partner sul territorio e la condivisione di obiettivi importanti come la salvaguardia dell’ambiente, il sostegno alla nostra economia in un’ottica sostenibile e la valorizzazione dell’innovazione nata nei laboratori» commenta il rettore Flavio Deflorian. «Mai come in questo periodo abbiamo visto quanto sia importante la ricerca nelle nostre vite. Sappiamo bene quanto la scienza tuteli la nostra salute e contiamo che possa aiutare anche il nostro pianeta, sostenendo le attività produttive che portano ricchezza e benessere nel rispetto dell’ambiente. All’Università di Trento si fa ricerca che può avere ricadute globali nel modo in cui viviamo e interagiamo con la natura. Quello scelto dal Senato accademico per la campagna 5 per mille 2021 è un progetto che va proprio nella direzione di un progresso sostenibile e amico dell’ambiente. In Trentino abbiamo imparato da tanto a usare l’acqua di fiumi e laghi per produrre energia. Ora pensiamo in grande e guardiamo alle onde del mare, la prossima energia pulita da catturare».

(a.s.)

Come fare
Innanzitutto segnalarlo al CAF o al commercialista al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi.
Per devolvere la quota del 5xmille all’Università di Trento bastano poi due semplici operazioni:
1. apporre la propria firma nel quadro apposito che figura sui modelli che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione per la dichiarazione dei redditi:
modello CU 2021 - "Scheda per la scelta della destinazione dell’8x1000, del 5x1000 e del 2x1000 dell'IRPEF"; modello 730/2020- redditi 2020; modello Unico persone fisiche 2021 – redditi 2020.
È consentita una sola scelta di destinazione.
2. Indicare il codice fiscale dell’Università di Trento: codice fiscale: 00340520220 nel riquadro “Finanziamento della Ricerca Scientifica e della Università”.
Attenzione: scrivere il codice fiscale è fondamentale per avere la certezza che il beneficiario del 5xmille sia effettivamente l’Università di Trento.