La patologia che colpisce oltre il 35% degli ultracinquantenni nei Paesi occidentali potrebbe essere trattata con l’Ibrutinib, un farmaco già in commercio per la cura di altre malattie. La scoperta in uno studio dei centri Cosbi e Cibio dell’Università di Trento pubblicato oggi su Nature Communications conferma l’efficacia del “riposizionamento”, nuova frontiera della ricerca farmacologica. Grazie al mix tra genomica e big data nasce un’alternativa più rapida ed economica al normale iter di sviluppo di un nuovo farmaco, preziosa per aumentare le possibilità di cura per i pazienti. Il farmaco testato anche in laboratorio si è rivelato in grado di contrastare l’infiammazione che accompagna l’accumulo di lipidi. Saranno necessari ulteriori studi, in particolare di tipo clinico, prima che le evidenze sperimentali si traducano in una nuova terapia per la sindrome metabolica