Secondo uno studio coordinato dall’Università di Trento l’informazione giornalistica sulla malattia e la relativa preoccupazione per la pandemia sarebbero i fattori che più spiegano la percezione del rischio e favoriscono, di conseguenza, l’adozione di misure di protezione. Per una comunicazione efficace risulta decisivo il format, mentre il confronto con epidemie meno gravi può provocare una sottovalutazione del problema