Trento
13 Settembre 2018

Spazio, armi, energia e cyber sicurezza: cosa c’è in gioco?

Dietro le quinte della diplomazia internazionale sui grandi temi di attualità. Per capire davvero cosa muove il mondo, la Scuola di Studi Internazionale propone da quest’anno un nuovo insegnamento. La novità? Le risposte si costruiscono attraverso il dialogo tra discipline tecnico-scientifiche e riflessione socio-economiche

L’insegnamento per la prima volta al via a fine mese per 30 studenti di tutti i corsi di laurea magistrali dell’Ateneo trentino

Per capire bene le questioni complesse occorre guardarle da punti di osservazione diversi. È un approccio che funziona anche quando si parla di politica internazionale. Ne sono convinti alla Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento, un osservatorio per la ricerca e la formazione su questioni di attualità globale, che fin dall’inizio si è costruita sull’interazione tra discipline diverse. La nuova proposta didattica lanciata per quest’anno accademico muove un ulteriore passo in questa direzione e abbraccia anche le discipline tecnico-scientifiche. Si chiama “Science, Technology and Global Affairs” l’insegnamento, , aperto a una trentina di studenti di laurea magistrale dell’intero Ateneo. Si terrà in inglese e toccherà quattro fronti caldi di politica internazionale in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale: spazio e satelliti, armamenti nucleari, energia/ambiente e cyber sicurezza. Su questi argomenti scienziati sociali e naturali aiuteranno gli studenti ad analizzare in modo critico le questioni e a ricostruire le ricadute sociali, istituzionali, politiche ed economiche della tecnologia.
Produrre tecnologia, controllarla, regolamentarne la pervasività e studiarne gli effetti sullo sviluppo, sulla governance e sulla sicurezza globali richiede innanzitutto competenze di base, di tipo tecnico-scientifico. Per questo nel corso saranno coinvolti docenti delle aree di Fisica, Ingegneria e Informatica, che si soffermeranno soprattutto sui temi della sicurezza e del rischio. A loro si affiancheranno economisti, scienziati sociali, politologi che analizzeranno quelle dinamiche internazionali che originano da un’innovazione tecnologica: un nuovo artefatto materiale, una pratica scientifica, un sistema o un’infrastruttura tecnologica.
Oggetto di questo approccio interdisciplinare sarà, ad esempio, la riflessione sulle tecnologie satellitari. Così come è accaduto nella storia per il dominio terrestre, marittimo e aereo, lo spazio è arrivato ad assumere per le attività umane un’importanza di tipo strategico, sia nell’ambito civile e economico, sia militare. Lo studio della dimensione politica e di sicurezza nello spazio, soprattutto a livello di relazioni internazionali, non è però sufficientemente avanzato e richiede un’analisi più sistematica e approfondita.
Nel corso si parlerà anche di relazione tra cambiamento climatico, sicurezza alimentare ed energia. La tecnologia può ridurre la pressione sulle risorse naturali e rendere possibili cambiamenti radicali negli equilibri geo-politici legati alla disponibilità di risorse e condizionati da fattori come la crescita della popolazione globale e i mutamenti del clima. Le interazioni tra energia, ambiente e usi alternativi delle risorse (acqua per irrigare vs produzione di energia idroelettrica) richiedono uno studio integrato delle implicazioni socio-economiche legate al progresso tecnico in questo ambito. Fondamentale è anche approfondire le modalità con le quali la regolazione giuridica a livello nazionale e sovranazionale contribuisce a definire i processi di trasformazione nei settori dell’energia, dello sfruttamento di risorse idriche e della sicurezza alimentare.
Anche la minaccia delle armi non convenzionali e di distruzione di massa – intese come l’insieme delle armi chimiche, biologiche e nucleari (e potenzialmente anche cyber) – rimane centrale nell’agenda della sicurezza internazionale contemporanea. Un’ulteriore minaccia alla stabilità del sistema internazionale sta nella diffusione di sistemi d’arma autonomi o senza pilota. In un contesto di sofferenza del regime internazionale di non-proliferazione, l’accelerazione degli sviluppi scientifico-tecnologici presenta gravi rischi, ma anche un’importante opportunità da valutare e cogliere per la sicurezza internazionale.
Il corso, coordinato dal professor Paolo Foradori, rientra nell’ambito delle azioni innovative del piano di sviluppo triennale della Scuola di Studi Internazionali, parte del progetto strategico di Ateneo. Le attività di didattica e ricerca sul tema “Scienza, tecnologia e relazioni internazionali” saranno realizzate dalla Scuola di Studi internazionali in collaborazione con altre istituzioni internazionali, nazionali e locali: Centre for European Policy Studies (CEPS) di Bruxelles, - Fondazione Bruno Kessler (IP LAB), International School on Disarmament and Research on Conflicts (ISODARCO), Istituto Affari Internazionali (IAI) di, Roma, Pugwash Conferences on Sciences and World Affairs.
(a.s.)
Maggiori informazioni sul nuovo insegnamento sono disponibili sul sito: