Rovereto verso il dipartimento unico
Avviato il progetto di fusione tra il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive e il Centro interdipartimentale Mente/Cervello per la costituzione di un unico dipartimento, moderno e internazionale che riunisce Neuroscienze, Psicologia e Scienze cognitive. Il processo partecipato è stato avviato nei mesi scorsi e si concluderà nell’arco di un paio di anni
Innovativo nella formula, il Dipartimento potrà contare sulle competenze e la reputazione internazionale maturata dalle due strutture accademiche. Una soluzione che evita sovrapposizioni e permette di usare al meglio le risorse. Il rettore Deflorian: «Un passo avanti nel piano di sviluppo del polo di Rovereto»
Uniti per essere più competitivi, uniti per proseguire la crescita. È con questo spirito che sta prendendo forma a Rovereto il processo di fusione tra il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive (Dipsco) e il Centro interdipartimentale Mente/Cervello (Cimec), le due grandi realtà scientifiche e accademiche che costituiscono, ciascuna nei suoi ambiti disciplinari, un punto di riferimento accreditato a livello nazionale e internazionale. E che, sempre insieme, contribuiscono a qualificare il ruolo di Rovereto quale città universitaria.
Il progetto di un unico dipartimento nell’ambito della Psicologia, delle Scienze cognitive e delle Neuroscienze ha preso il via formalmente con la presa d’atto nei giorni scorsi da parte del Senato accademico, delle due mozioni approvate all’unanimità nei due consigli di centro e di dipartimento. Ma il processo di fusione è in corso da mesi e, considerata l’importanza strategica di questo passo, ha coinvolto il corpo accademico di entrambe le strutture. Un iter che proseguirà nell’arco dei prossimi due anni per portare a compimento l’armonizzazione sia sotto il profilo delle attività didattiche e di ricerca, sia per quanto riguarda il personale.
«Obiettivo di questa nuova fase dello sviluppo del polo di Rovereto – commenta il rettore Flavio Deflorian – è quello di creare un unico dipartimento multidisciplinare che, attraverso una maggiore massa critica, espanda la posizione di rilevanza scientifica nazionale e internazionale acquisita singolarmente dalle due strutture nella ricerca, nella didattica e nelle attività di ‘terza missione’ rivolte alla cittadinanza e ai portatori di interesse. Per garantire l’efficacia del progetto, l’Ateneo si è impegnato a investire risorse aggiuntive per sostenere le attività di ricerca e didattica già attive e per svilupparne di nuove in un’ottica interdisciplinare. E anche a vigilare sul principio di piena rappresentanza e pluralità delle varie aree disciplinari presenti: aspetto che costituisce la cifra innovativa dell’intero progetto».
La fusione è stata individuata come la soluzione più razionale per accompagnare la crescita delle due strutture accademiche. «Nato nel 2008, il Centro interdipartimentale Mente/Cervello ha raggiunto negli anni un tale livello di sviluppo dimensionale, da rendere necessaria la creazione di una struttura accademica di tipo dipartimentale» spiega il direttore Yuri Bozzi. «Un passaggio questo, che avrebbe potuto creare sovrapposizioni nella didattica e nella ricerca con il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, ma anche con il Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata (Cibio), con un conseguente spreco di risorse. Le premesse per lavorare bene insieme e per essere ancora più competitivi a livello internazionale ci sono già».
«Ad oggi circa un terzo dei 90 componenti del corpo accademico delle due strutture è già titolare di doppia afferenza. Vale a dire che già oggi sono docenti affiliati sia al Cimec, sia al Dipsco» chiarisce Gianluca Esposito, direttore del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive. «La fusione continuerà a essere un processo partecipato e durerà alcuni anni per arrivare a una forma compiuta ed avrà una forte spinta alla sostenibilità. Ma il primo passo è segnato e va nella giusta direzione, quella dell’innovazione, della collegialità e dell’inclusione. Del fare le cose insieme con un indirizzo più convergente e innovativo, armonizzando le discipline fondanti delle scienze cognitive, quali la psicologia e le neuroscienze, la filosofia e la linguistica con approcci più moderni, come ad esempio la linguistica computazionale, in un progetto unico nel panorama nazionale. Il progetto creerà uno spazio di discussione dove competenze diverse potranno convergere e generare progettualità di ricerca e didattica all’avanguardia».
Tra i progetti che potrebbero prendere vita grazie a questa fusione, l’istituzione di una scuola di specializzazione in Psicologia con due percorsi, uno in Neuropsicologia e uno in Psicologia clinica. Ma anche lo sviluppo di progetti multidisciplinari che valorizzino le infrastrutture di ricerca che saranno in dotazione al Dipartimento. L’ampliamento della didattica e della comunicazione in lingua inglese all’interno del dipartimento potrà aiutare a rafforzare ulteriormente l’attrattività e la vocazione internazionale che già caratterizza entrambe le strutture.
Il personale tecnico e amministrativo di Cimec e Dipsco sarà riunificato: anche in questo caso, il processo avverrà in modo graduale attraverso l’istituzione di gruppi di lavoro che affronteranno anche il tema di come far convergere i vari regolamenti. Tra le questioni da discutere nei prossimi mesi, anche la decisione del nome del nuovo dipartimento, che molto probabilmente valorizzerà tutte e tre le aree disciplinari.