14 Maggio 2016

Piazza Duomo ha festeggiato quasi 400 neodottori

La cerimonia pubblica di laurea si è svolta questa mattina sotto un sole inaspettato. Consegnate le pergamene a 384 neolaureati e gli 8 migliori dottori di ricerca. La testimonianza di Elena Avogadro, laureata in Sociologia nel 1996 e ora responsabile Gestione Risorse UBI Banca

Trento, 14 maggio 2016 – Credere in se stessi, non arrendersi, avere la consapevolezza di poter dare un contributo personale alla società. Tanti gli incoraggiamenti, le congratulazioni e gli auguri arrivati questa mattina ai quasi 400 giovani (384 neolaureati e neolaureate, 8 migliori dottori e dottoresse di ricerca) che affollavano piazza Duomo insieme a familiari e amici per la cerimonia pubblica di laurea. Una rappresentanza di coloro che hanno conseguito il dottorato di ricerca e che hanno ottenuto la laurea di primo livello negli ultimi mesi. Hanno ricevuto oggi la pergamena dalle mani del rettore Paolo Collini e del prorettore vicario Flavio Deflorian, sul palco allestito tra la fontana del Nettuno e la Cattedrale.
Alla seconda edizione della cerimonia (la prima si era svolta a novembre) erano invitati i 15 migliori dottori e dottoresse di ricerca del ciclo 2013/14 delle scuole di dottorato e coloro che si sono laureati tra ottobre 2015 e marzo 2016 in un corso di laurea di primo ciclo dei dipartimenti/centri di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, Ingegneria e Scienza dell’Informazione, Ingegneria industriale, Fisica, Matematica, Psicologia e Scienze cognitive, CIBIO – Centro di Biologia integrata, Lettere e Filosofia, Sociologia e Ricerca sociale.
Tutto ha avuto inizio pochi minuti prima delle 11 con la partenza del Corteo accademico e dei migliori dottori e dottoresse di ricerca dal Dipartimento di Sociologia in via Verdi, verso piazza Duomo. A scandire l’avvio della cerimonia è stato l’Inno nazionale.
«La cerimonia di oggi – ha detto il rettore Paolo Collini – segna un passaggio dei nostri laureati a una fase nuova del loro percorso di crescita che nella nostra università li ha visti impegnati a vivere un'esperienza formativa, culturale e umana che li accompagnerà per tutta la vita. Molto questa comunità ha dato alla loro avventura, ma molto hanno dato anche loro contribuendo alla crescita culturale, sociale del territorio, della ricerca scientifica e dell'economia. Oggi nella nostra bellissima piazza celebriamo la soddisfazione loro e delle famiglie e un legame virtuoso tra la comunità universitaria e il nostro meraviglioso territorio».
«Tenete sempre presente – è stato l’appello ai giovani del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta – che la vostra preparazione, le vostre idee nate nelle aule di questa università non sono solo vostre: vanno ad aumentare anche il capitale di conoscenza comune, la nostra capacità collettiva di affrontare i problemi, di trovare soluzioni adeguate, di rispondere alle sfide sempre più complesse di questo nostro tempo in bilico tra la catastrofe ambientale e la missione su Marte, tra guerre più o meno permanenti e una pace a cui non possiamo e non vogliamo rinunciare. Ricordate che siete destinati a essere quello che, con un termine che non mi piace, viene definita “classe dirigente”: la classe dirigente non è quella che amministra il potere, è quella che sa guardare lontano e che ha l'onere della scelta più importante: la scelta del nostro futuro».
Congratulazioni e auguri «a queste giovani donne e giovani uomini» da Sara Ferrari, assessora all'università e ricerca della Provincia autonoma di Trento. «Le istituzioni provinciali e il nostro Ateneo – ha promesso – continueranno a impegnarsi con tutte le energie al fine di assicurare al sistema universitario trentino di essere riconosciuto come uno dei migliori in Italia e in Europa, sempre più in rete con il mondo che ci circonda. È di questa realtà, fatta di mercati, organizzazioni del lavoro e sistemi superiori di studio e di ricerca ogni giorno più dinamica e complessa, che anche il nostro piccolo grande Trentino, eccellenza nel sistema Italia, deve sempre più essere parte, in profonda e dinamica connessione. Solo se saremo capaci di proseguire in questa direzione permetteremo ai nostri studenti di accedere a corsi di laurea davvero all’altezza e consentire loro di accedere al mercato del lavoro mondiale con la migliore preparazione possibile».
Un grazie e un incoraggiamento ai neodottori a non abbattersi per la congiuntura sfavorevole sono arrivati dal presidente del Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento, Innocenzo Cipolletta. «Guardate con fiducia al futuro, nonostante le crisi e metteteci con passione e determinazione per superare gli ostacoli». Uno sguardo al valore della laurea e alla cerimonia di oggi: «Con le lauree in piazza – ha sottolineato – vogliamo coinvolgere tutta la comunità del Trentino attorno ai giovani che hanno scelto Trento come sede della loro crescita culturale e professionale. È un investimento sul futuro in un Paese che laurea ancora troppi pochi giovani. A loro va il nostro augurio per una vita professionale di successo. Da loro ci aspettiamo un contributo di crescita per tutto il nostro territorio e Paese».
Ospite speciale della cerimonia è stata Elena Avogadro, laureata in Sociologia all'Università di Trento nel 1996 e ora responsabile Gestione Risorse UBI Banca, a portare la propria testimonianza per aiutare i giovani a vincere l’ansia e a guardare in modo positivo al mondo del lavoro: «È fondamentale non arrendersi e credere in noi stessi. Sempre». Un consiglio per realizzare il proprio progetto è «crederci e mettere in campo tutto l’impegno, tutta la forza e fare di tutto per realizzarlo. Questo vale nella vita personale, nelle relazioni e nel lavoro». Avogadro ha ripercorso le tappe della sua carriera, fin dagli inizi con l’avvio di una start up: una tappa che subito l’ha messa a confronto con le sfide del farsi da sé. Per sviluppare spirito di iniziativa e imprenditorialità non basta acquisire conoscenze. Conta soprattutto lo sviluppo dell’abilità di agire in maniera imprenditoriale in tutti i contesti della vita personale e professionale. Avere il coraggio di proporre e di agire, di fare, di mettersi alla prova, senza aver paura degli errori». Ha dedicato quindi un incoraggiamento speciale alle giovani donne a farsi largo nel mondo delle professioni nonostante le difficoltà che ancora persistono nel conciliare vita privata e carriera». 
Subito dopo ha preso la parola Marco Ferrario (laureato del Dipartimento di Lettere e Filosofia), in rappresentanza dei migliori laureati e laureate delle varie sessioni coinvolte nella cerimonia. «La giornata di oggi conclude una fase della nostra vita. Momenti come questi, quando si conclude un percorso, sollevano interrogativi sulle motivazioni che ci hanno spinto a intraprendere questa strada». Citando alcuni grandi classici del pensiero, Ferrario ha incoraggiato i suoi colleghi a credere nel senso del percorso di sviluppo della propria vita intrapreso, sostenuti dalla sensibilità verso le cose umane e dalla capacità di sorprendersi, quella che muove ogni giorno le nostra domande e ci impedisce di scivolare nell’indifferenza. 
A questo punto è iniziata la consegna delle pergamene. I primi a essere chiamati sul palco sono stati i migliori dottori e dottoresse di ricerca. Dopo la foto di gruppo, è stata, poi, la volta dei laureati e laureate delle varie sessioni invitate alla cerimonia.
In piazza è quindi risuonato l’inno tradizionale degli universitari “Gaudeamus Igitur”, al termine del quale, dopo la proclamazione da parte del rettore, sono stati lanciati in aria i tocchi e le feluche sulle note dell’“Alleluja” di Hendel.
 

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