Trento
12 Aprile 2023

Laude: musica, poesia, memoria… e computer

La nuova frontiera delle digital humanities passa dall’analisi delle antiche laude medievali attraverso le Ict. Come la tradizione orale serviva alla costruzione di conoscenza e il passaggio di informazioni: lo indaga ‘Laudare’, il progetto europeo finanziato con un ERC e condotto dal musicologo Francesco Zimei del Dipartimento di Lettere e Filosofia.

Da domani il seminario internazionale per l’avvio del progetto di ricerca. Sabato alle 9.30 nell’Auditorium di Palazzo Prodi la sessione aperta al pubblico con l’esecuzione di alcune laude e l’analisi attraverso le tecnologie informatiche

Quando i libri erano una rarità e chi li sapeva leggere ancora meno, come si trasmetteva la conoscenza? Quando i computer, i telefoni, internet non erano ancora parte della vita quotidiana, come funzionava la comunicazione? Quando le informazioni venivano condivise per lo più in forma orale, la memoria delle persone era più allenata? È su questi interrogativi che parte l’esplorazione scientifica sulle laude medievali e sul rapporto tra poesia e musica attraverso l’oralità: un progetto finanziato dalla Commissione europea con un prestigioso ERC Advanced Grant+ e condotto dal professor Francesco Zimei del Dipartimento di Lettere e Filosofia.
Oggetto dell’indagine è il patrimonio devozionale italiano in volgare, quella fusione tra musica, canto e poesia che conosciamo come ‘laude’, prodotta tra il dodicesimo e il sedicesimo secolo e tramandata fino a noi in forma scritta. Per la prima volta questo repertorio viene analizzato in modo sistematico come riflesso di un contesto popolare sostanzialmente sprovvisto di filtri intellettuali. «Nei secoli passati, il canto scandiva i ritmi quotidiani di una società in cui l’alfabetizzazione era piuttosto rara» spiega Zimei, docente di Musicologia e Storia della musica all’Università di Trento. «Comunicazione e memoria viaggiavano allora sul binario dell’oralità proprio attraverso la melodia, la cui particolare funzionalità mnemotecnica è stata riconosciuta anche dalle moderne neuroscienze. Una questione ancora di grande attualità se pensiamo, ad esempio, come ancor oggi in alcune comunità rurali si compongano poesie a memoria attraverso il supporto del canto». La novità del progetto Erc ‘Laudare’ sta proprio nel coinvolgimento delle digital humanities nell’interazione tra musicologia e filologia. «L’utilizzo di software per la lettura ottica, ad esempio, permette di riconoscere e riprodurre in modo automatico le laude e ne consente un’analisi ancora più approfondita, cercando collegamenti e analogie tra le opere».
Allo studio delle laude è dedicato un seminario scientifico che segna l’avvio ufficiale del progetto Erc. Le tre giornate di studio si terranno da domani, giovedì 13 aprile, fino a sabato 15 al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Si tratta di un incontro scientifico a carattere internazionale con ospiti autorevoli, di diversa formazione disciplinare, provenienti da varie università europee. È prevista però una parte finale aperta alla cittadinanza in cui saranno presentata una selezione di testimonianze dell’enorme patrimonio culturale immateriale oggetto dell’indagine. La sessione si terrà sabato prossimo a partire dalle 9.30 e fino alle 11 nell’auditorium di Palazzo Prodi (via Tomaso Gar 14). Sarà possibile ascoltare dal vivo alcune laude medievali eseguite dall’Ensemble Laurence Feininger e accompagnate poi da un’analisi attraverso le tecnologie informatiche. Un modo per provare ad immedesimarsi in quello che poteva essere l’esperienza dell’ascolto nei secoli passati.

(a.s.)

La sessione aperta al pubblico è a partecipazione libera, senza necessità di iscrizione. Il programma e altre informazioni sono disponibili sulla pagina web dell’evento: https://www.unitn.it/laudare