La ricerca dialoga con il territorio
Al via venerdì 8 novembre la prima edizione di “Cibio incontra”, iniziativa organizzata dal Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata. Un’occasione per conoscere l’attività di ricercatori e ricercatrici, vedere cosa accade nei laboratori e scoprire i progressi della scienza sulle malattie rare e genetiche. Le prenotazioni per le visite guidate ai laboratori chiudono il 7 novembre
Riuscire a comunicare i risultati della ricerca scientifica a un pubblico di non addetti e trasmettere in questo modo l’importanza di sostenere indagini, studi e attività di ricerca, anche se non sempre gli esiti sono immediati e tangibili. Per fare questo ci vogliono preparazione e formazione. Ma anche occasioni di incontro e confronto. Nasce da qui l’idea di “Cibio incontra”, l’iniziativa in programma venerdì 8 novembre a partire dalle 15 al Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata – Dip.Cibio (Polo Ferrari 2 - Via Sommarive, 9). Un pomeriggio in cui docenti, giovani ricercatori e ricercatrici si mettono a disposizione di chi ha la curiosità di conoscere il loro lavoro. Un primo evento che si vuole trasformare in un appuntamento fisso annuale, in cui cittadini e cittadine possono entrare negli spazi del polo scientifico della collina di Povo per dialogare con chi si occupa di biologia e biotecnologie.
Questa “edizione zero” è dedicata al tema delle malattie rare e genetiche, uno dei temi su cui si concentra da sempre l’attenzione di chi si impegna quotidianamente al Dipartimento. Un momento al quale partecipano anche le associazioni del territorio che si occupano di questo argomento e che sono parte attiva dei progetti di ricerca che contribuiscono a sostenere grazie a donazioni e a iniziative di sensibilizzazione.
Il pomeriggio si articola in quattro momenti. Il primo si svolge secondo la formula ormai conosciuta e riuscita della conferenza in ‘stile Ted’. Sul “palco” Gabriele Trentini, dottorando in Scienze biomolecolari, Ilaria Brentari, assegnista di ricerca e Marta Stancampiano, dottoranda in Scienze biomolecolari. Ciascuno di loro lavora su una malattia genetica come la malattia di Làfora, la demenza frontotemporale e la fibrosi cistica.
Dopo aver seguito un corso di formazione specifica sulla comunicazione della scienza con Michela Catenacci, formatrice e co-organizzatrice di TEDxTrento, sono pronti per raccontare il proprio progetto, le ricadute di una maggiore comprensione di queste patologie, i possibili approcci terapeutici.
I Ted talk. La fibrosi cistica è una malattia genetica grave e ricorrente nella nostra area geografica. Il 4% della popolazione italiana ne è portatore sano e si registrano circa 200 nuovi pazienti ogni anno. L’incidenza è di 1 caso ogni 2.500–2.700 persone. Colpisce più organi del corpo umano, principalmente l'apparato respiratorio e le vie aeree, il pancreas, il fegato, l'intestino, l'apparato riproduttivo. Grazie alla ricerca, agli screening neonatali e ai progressi nelle tecniche di trattamento, oggi le prospettive di vita di chi è affetto da questa condizione sono migliorate di molto. Per correggere il difetto genetico che causa la malattia sono promettenti le terapie che agiscono sul DNA mutato applicando la tecnica del “taglia e cuci” Crispr-Cas.
Marta Stancampiano, dottoranda del laboratorio di virologia molecolare della professoressa Anna Cereseto, racconterà quali soluzioni sta esplorando la ricerca per trasportare le nuove modalità terapeutiche all'interno delle cellule polmonari.
La malattia di Làfora è una patologia genetica neurologica progressiva di cui si sa ancora poco. È caratterizzata da crisi epilettiche, un rapido deterioramento neurologico, demenza infantile, deterioramento psichico e cognitivo. Si manifesta nel periodo dell’adolescenza e ad oggi non esistono cure. In Italia si stima che siano meno di trenta i bambini e le bambine con questa problematica. Come strade diverse possono convergere verso la stessa meta, così nella ricerca di nuove terapie per la malattia di Lafora, Gabriele Trentini, dottorando del Dipartimento Cibio nel laboratorio del professor Graziano Lolli, presenterà il suo lavoro su differenti approcci alla ricerca di una terapia, sottolineando poi l'importanza della collaborazione nel mondo delle malattie rare.
La demenza frontotemporale è un disturbo ereditario che rientra nel gruppo delle malattie neurodegenerative. Colpisce la parte frontale e laterale del cervello. Rappresenta una delle forme di demenza neurodegenerative più diffuse, dopo l’Alzheimer. Sono circa 12mila i nuovi casi in Europa ogni anno. A differenza delle altre demenze, la frontotemporale tende a comparire in età relativamente giovane, tra i 45 e i 65 anni. Si manifesta con un declino progressivo delle capacità di linguaggio e motorie e anomalie del comportamento. Finora non ci sono terapie. Ilaria Brentari, giovane ricercatrice post-doc del Dipartimento Cibio nel laboratorio guidato dalla professoressa Michela Denti, racconterà la ricerca che ha svolto durante il suo dottorato, in cui dimostra che, in neuroni in coltura, è possibile utilizzare delle corte molecole di RNA per correggere i difetti genici alla base di alcune forme di demenza frontotemporale.
Il secondo momento contempla una tavola rotonda per discutere non soltanto di questi tre progetti di studio ma di scienza in senso più ampio, dell'importanza di comunicare il valore della ricerca fondamentale. Un processo graduale e partecipativo che richiede la collaborazione attiva da parte di pazienti, operatori sanitari, associazioni e stakeholders.
Intervengono: Paolo Macchi, direttore del Dipartimento Cibio; Marta Biagioli, professoressa di Neuro-epigenetica e Michela Alessandra Denti, professoressa di Biologia e biotecnologia dell'RNA, entrambe afferenti al Dipartimento Cibio; Valentina Adami, responsabile Core facilities del Dipartimento Cibio.
La discussione è aperta e chiunque può intervenire per fare domande e osservazioni.
A seguire, per chi vuole, sono previste le visite guidate ai laboratori del Dipartimento Cibio.
Il pomeriggio si conclude con un momento conviviale durante il quale è possibile discutere e conversare con i ricercatori e con le ricercatrici in un contesto meno formale. Parlare con loro di quello che studiano, comprendere più da vicino i loro interessi, scoprire aspetti meno noti del loro lavoro.
L’iniziativa “Cibio incontra” è realizzata con il supporto della Fondazione Caritro.
L’invito a partecipare è rivolto a tutta la cittadinanza.
Per partecipare alle visite guidate ai laboratori è necessario prenotarsi qui entro le ore 12 di giovedì 7 novembre.
Maggiori informazioni sono disponibili a questo link https://webmagazine.unitn.it/node/122221