Trento
19 Novembre 2016
«La biblioteca, un luogo per stare assieme»
Questa mattina il taglio del nastro della nuova Biblioteca centrale dell’Università di Trento nel quartiere Le Albere. L’architetto Renzo Piano: «Gli scaffali aperti favoriscono la scoperta. Questo è un piccolo palazzo di luce dove la bellezza fa da collante all’esperienza di incontrarsi». Collini: «Una grande festa oggi, perché una biblioteca è un oggetto prezioso, dove il sapere si conserva, si tramanda, si rende disponibile alle persone»
Cristallo, acciaio e un’anima ecologica di bambù per l’opera firmata da Renzo Piano che viene svelata nel quartiere Le Albere. Quasi 10 chilometri di scaffali per ospitare 480mila volumi. Apertura alla comunità accademica e alla cittadinanza fino a tarda sera e anche la domenica
Taglio del nastro oggi al quartiere Le Albere per la nuova Biblioteca centrale dell’Università. Il rettore, primo ad intervenire alla cerimonia dopo il taglio del nastro, Paolo Collini ha esordito con un ringraziamento: «Alle persone che hanno creduto a questo progetto. Una biblioteca è un oggetto prezioso, dove il sapere si conserva, si tramanda, si rende disponibile alle persone. E una biblioteca a scaffale aperto lo è ancora di più, perché invita alla consultazione. L’apprendimento della conoscenza è un cammino. Una miniera di libri, come l’ha definita l’architetto Piano. Piena di libri e di persone. Una realizzazione che è frutto di una comunità che sa investire nel futuro e sa lasciare un’eredità a chi viene dopo. Qualsiasi cosa lo sviluppo tecnologico faccia dei libri, questa biblioteca è destinata, per la bellezza e la gioia che si prova nel frequentarla, a rimanere un luogo di aggregazione, come edificio proiettato nel futuro indipendentemente dalla sua funzione originaria. Un progetto che non è nato come biblioteca, ma che grazie ad una geniale intuizione e a un grande impulso della Provincia autonoma si è trasformata. Oggi diamo alla comunità tutta un grande regalo. Una biblioteca in cui ci sarà gusto a venire, un luogo vivace, una parte importante della nostra città».
«Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di un'opera di così grande bellezza, a partire dall'Università e dal Comune – ha cominciato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi –. Abbiamo cercato di realizzare in tempi brevi un'opera utile all'università, che rivitalizzare l'intera zona, realizzando un obiettivo importante ed anche un risparmio di risorse pubbliche. Questo è un investimento importante, ma è a metà. Sarà compiuto quando i ragazzi utilizzeranno al meglio questo luogo per diventare la classe dirigente di domani. Un investimento in conoscenza e un investimento in democrazia e anche nella qualità della nostra autonomia. Il diritto allo studio, la valorizzazione delle risorse umane, la crescita culturale di una comunità si realizzano attraverso una serie di interventi, che riguardano tanto le infrastrutture e i servizi quanto i contenuti, la didattica, la ricerca. Però quando un “contenitore” è di questa qualità, possiamo essere certi del fatto che i risultati attesi arriveranno». Per Rossi la biblioteca rappresenta un tassello: «La Provincia e l’Università hanno individuato infatti come azione strategica la messa a disposizione a favore dell’Ateneo del compendio dell'ex Cte. Questo nuovo intervento creerà un passaggio tra la zona universitaria di via Verdi, il Muse, il quartiere e il parco delle Albere e consentirà, entro il 2018, di insediare nell’area Cte la nuova mensa universitaria e quindi di realizzare nuove aule-studio. Ce n'è abbastanza per rilanciare il ruolo di Trento capitale della cultura, aperta agli studenti, agli studiosi, ai ricercatori del territorio e di tutto il mondo. Un capoluogo in rete con gli altri poli culturali del Trentino, orgoglioso del passato e proiettato senza timidezze verso il futuro».
Una biblioteca «bellissima, maestosa, importante» per il sindaco di Trento Alessandro Andreatta. La terza che si inaugura in città in un anno, dopo la biblioteca giovanile e il Vigilianum. «Tre progetti diversi, ma che ci dicono la vocazione di questa città: essere una piazza del sapere, far incontrare discipline e culture, umanisti e scienziati, passato e futuro per dar modo a tutti di essere cittadini consapevoli, accorti, sensibili, aperti».
«Questa biblioteca – ha ripreso Andreatta – è l'immagine di come sia cresciuto il rapporto tra l'università e la città di Trento, tra l'università e tutto il territorio trentino. È l'approdo di un'idea di sviluppo che, pur tra mille difficoltà, abbiamo cercato tutti insieme – Provincia, Comune, Università – di tradurre in realtà. Che tanti sforzi abbiano trovato una convergenza non su un'opera qualsiasi, ma sulla costruzione del più “sapiente degli edifici”, su un luogo dedicato alla conoscenza e allo studio, credo sia di buon auspicio per il futuro di questa città. Una biblioteca che può essere volano anche per la candidatura di Trento a capitale della cultura 2018».
«Qui c’era una fabbrica che faceva ruote per automobili – ha ricordato Renzo Piano nel suo intervento. Questa è una fabbrica diversa, una fabbrica bianca. Una scatola dei libri – per richiamare l’etimologia greca – della parola biblioteca. Un architetto non è mai solo, è una voce narrante di un esercito di persone. Migliaia di persone hanno lavorato., C’è stata fermezza e volontà politica, una continuità per decenni, un’amministrazione comunale, le maestranza e un utente, l’università con cui c’è stato un dialogo costante». Piano ha dedicato un ringraziamento speciale a chi ha lavorato all’opera, per sottolineare il valore di coralità dell’opera e l’orgoglio di chi ne ha avuto parte. Costruire biblioteche, luoghi per la gente è un’esperienza fantastica. Dove città e civiltà sono la stessa parola. Gli scaffali aperti, quarant’anni fa sono stati una scoperta. Favoriscono la scoperta. Uno spazio per stare assieme. Un piccolo palazzo di luce. Qui la bellezza fa da collante all’esperienza di incontrarsi in un gioco di spazi».
Per il presidente del Cda dell’Ateneo Innocenzo Cipolletta «la costruzione della biblioteca universitaria è un impegno da parte dell'Università non solo per favorire lo studio degli allievi e la ricerca degli accademici, ma anche per la diffusione della cultura in tutto il territorio. Quest'opera, realizzata su disegno di Renzo Piano, è anche un tributo alla città di Trento che ci ospita e che tanto ha fatto per l'Università».
Il presidente del Consiglio di biblioteca di Ateneo Massimo Miglietta ha espresso «un ringraziamento al personale tutto del Sistema Bibliotecario di Ateneo, compresi gli studenti che hanno collaborato al trasferimento del materiale bibliografico, per l'enorme lavoro che ha sostenuto in questi mesi». Ha poi ricordato «che il traguardo raggiunto non sarebbe stato possibile senza anni di progettazione e di preparazione, il cui merito va ascritto alla passione dimostrata da tutti i settori dell'Ateneo nonché dalle autorità, senza dimenticare i professori Paola Villa e Andrea Leonardi che mi hanno preceduto nella carica di presidente del consiglio di biblioteca».
«Credo che l'auspicio – ha detto il delegato per la comunicazione Claudio Giunta – sia di rendere questa biblioteca qualcosa di più di un semplice deposito di libri. Intanto è un edificio molto bello. E poi ha spazi tali da poter essere il luogo perfetto per conferenze, seminari, proiezioni, e insomma per stare insieme parlando di libri, dipinti, film, scienza eccetera». Ha aggiunto: «E poi apre la città di Trento, nel senso che se uno viene da sud col treno, la nuova biblioteca è una delle prime cose che vede: le altre città si annunciano con grandi e grigie periferie post-industriali, Trento con una biblioteca progettata da Renzo Piano: non male no?».
Ha chiuso la cerimonia un saluto particolare di Daria De Pretis, già rettrice dell'Università di Trento e ora giudice della Corte Costituzionale che ha fortemente voluto questo progetto.
L’intrattenimento musicale durante la cerimonia è stato a cura di alcuni studenti del Bonporti.