Trento
5 Maggio 2021

La biblioteca fa BUM

Aperte le porte della nuova Biblioteca universitaria Mesiano. Oltre 80mila volumi a scaffale aperto, lunghi quanto una mensola che collega l’ingresso di Ingegneria a Mesiano fino a piazza Venezia: una nuova casa per la più importante collezione bibliografica pubblica nel settore dell’Ingegneria, unica nel campo dell’architettura e della normativa tecnica. Realizzata lungo l’asse centrale del Polo di Mesiano, all’insegna della sostenibilità ambientale e del comfort per lo studio, ha un corpo allungato di 1500 metri quadri, disposto su due piani, con una spettacolare vista sulla città. In occasione dell’inaugurazione della BUM (Biblioteca universitaria Mesiano) cambiano nome anche le altre biblioteche dell’ateneo: oltre alla BUC (Biblioteca universitaria centrale) ecco la BUP (Biblioteca universitaria Povo) e la BUR (Biblioteca universitaria Rovereto)

“O studianti, studiate le matematiche, e non edificate sanza fondamenti”: la citazione di Leonardo da Vinci che accoglie i visitatori all’ingresso della nuova Biblioteca universitaria di Mesiano è un invito a immergersi nello studio a approfondire le basi del sapere. Difficile non assecondare il consiglio: con i suoi 320 posti studio, le vetrate luminose e le file di scaffali con i volumi ordinati in bella mostra, l’edificio inaugurato oggi nel parco di Mesiano è il luogo ideale per trovare la concentrazione per preparare gli esami.
Il nuovo edificio, dalle linee sobrie e pulite, è stato costruito nel complesso che già ospita il Polo universitario di Mesiano, lungo l’asse centrale delineato dal viale di ingresso. La struttura principale di grandi dimensioni progettata da Giovanni Leo Salvotti de Bindis era originariamente un sanatorio e negli anni è stata affiancata da altri edifici per ospitare laboratori e aule didattiche del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica. La nuova struttura che accoglie la biblioteca è stata eretta in sostituzione di alcuni fabbricati provvisori preesistenti con l’obiettivo di ridefinire il margine del parco verso la città. Dalle vetrate interne si gode infatti di una vista unica sul centro storico di Trento, sulla vallata e le montagne sullo sfondo.
I numeri della BUM
L’edificio è ampio quasi duemila metri quadri, di cui 1450 calpestabili (tra cui 820 metri quadri di sale lettura, 150 di sale per eventi, 260 per archivio e 150 per servizi). Il luogo ideale per far trovare posto ai grandi volumi di architettura, alle monografie di ingegneria e alle tante riviste: sono oltre 80 mila i volumi (tra cui 33mila monografie e un migliaio di titoli di riviste, oltre all’ampio patrimonio di eBooks e risorse elettroniche consultabile grazie alla connessione wifi di Ateneo) che trovano posto sui 2540 metri lineari di scaffalature. Si tratta della più importante collezione bibliografica pubblica nel settore dell’ingegneria, unica nel campo dell’architettura e della normativa tecnica. Un punto di riferimento non solo per gli studenti e le studentesse del Dipartimento, ma anche per i professionisti della città.
I volumi coprono un gran numero di discipline diverse: Ingegneria, Architettura, Matematica, Chimica, Fisica, Geologia, Biologia, Enologia, Scienze alimentari. Il portale del Sistema bibliotecario di Ateneo offre informazioni sempre aggiornate relative a risorse, spazi e orari di apertura. La biblioteca aderisce al Catalogo Bibliografico Trentino (CBT) e ha particolari rapporti di collaborazione con le biblioteche del MART e della Fondazione Edmund Mach.
«Questa biblioteca è un gioiello che incastonato non solo nel patrimonio delle biblioteche dell'università, ma anche a tutti gli effetti nel patrimonio bibliotecario provinciale, pubblico ed aperto. Non solo dunque un contenitore di libri, né una biblioteca per tecnici, ma un luogo bello, un luogo di incontro, un patrimonio notevole e di tutti noi» ha commentato il presidente del Consiglio della Biblioteca, Massimo Miglietta.
La struttura è disposta su due livelli destinati alle sale lettura e ai relativi spazi per i libri in consultazione. Il primo piano, posto alla quota della strada d’ingresso, è completamente fuori terra mentre il secondo piano è seminterrato e visibile solo a valle della collina. Completa l’intervento un piano interrato con funzione di deposito. 
L’ingresso principale è posto sull’asse di accesso centrale ed è definito da un vuoto che permette l’affaccio verso la valle e la città. Si entra quindi dal piano superiore e si può raggiungere il piano inferiore attraverso i diversi sistemi di collegamento verticale. Il volume è caratterizzato da un andamento irregolare che segue quello naturale del terreno e che permette di creare una successione di spazi interni compressi e dilatati. I prospetti sono caratterizzati da grandi aperture che favoriscono un rapporto diretto tra spazi interni e paesaggio esterno. Il prospetto est, posto sull’asse di accesso a Ingegneria, mostra una grande apertura aggettante che lascia intravvedere le attività all’interno dei locali.
«Questo fabbricato si sviluppa su quasi 1500 metri quadri di superficie calpestabile, circa come cinque campi da basket – ha spiegato il dirigente della Direzione Patrimonio immobiliare dell’Università di Trento, Marco Dorigatti. E anche la dotazione di 80 mila volumi e mille riviste è significativa: è come se ci fosse una lunga mensola che dal dipartimento di ingegneria arrivasse a Trento, in piazza Venezia. Tutto questo è stato possibile solo grazie ad un team, fatto di professionisti/e interni ed esterni e delle ditte che hanno lavorato in sinergia, producendo un risultato la cui qualità è oggi sotto gli occhi di tutti. Un edificio altamente sostenibile, quasi passivo, che sfrutta ad esempio una temperatura costante di circa 15 gradi per il fabbisogno termico, andando a prenderla oltre 150 metri in profondità, sotto terra». 
I costi di costruzione ammontano a poco più di 2,3 milioni (pari a circa 1.193 euro al mq), a cui vanno sommati 357mila euro di arredi, quasi 87 mila euro di illuminazione e a oltre 38 mila euro di impianti audio e video.
Un nuovo assetto per il polo di Mesiano
Il progetto rientra nell’ambito del riordino complessivo del comparto edilizio del Polo di Mesiano previsto tra gli interventi previsti dall’accordo di programma con la giunta provinciale per quanto riguarda l’ampliamento delle strutture universitarie. La Biblioteca di Ingegneria annessa all’edificio principale del Dipartimento richiedeva infatti interventi urgenti di manutenzione straordinaria e di adeguamento normativo per continuare a svolgere la sua funzione di luogo di studio e consultazione. Gli spazi liberati dalla vecchia sede della biblioteca, una volta recuperati, potranno essere messi a disposizione del Dipartimento di Ingegneria come nuove aule e laboratori didattici.
Esaminate le varie proposte, gli uffici tecnici dell’Università di Trento hanno provveduto ad effettuare gli studi e le progettazioni necessarie per la realizzazione di una nuova opera, soluzione ritenuta più adatta per risolvere il problema degli spazi e del comfort di studio. Il progetto è stato affidato allo studio weber+winterle associati per la parte architettonica, mentre le strutture sono state progettate dall’ing. Adriano Bernardi e la complessa parte impiantistica è stata progettata dall’ing. Oscar Nichelatti. La direzione dei lavori e il progetto degli allestimenti interni hanno visto l'impegno diretto di un gruppo di lavoro formato dai tecnici dei Servizi di Architettura dell’Università.
I lavori sono stati realizzati in più lotti differenti. Il primo ha riguardato i lavori di scavo e preparazione del terreno per la costruzione. In questo lotto è stato possibile l’approfondimento della situazione geologica e geotecnica del sito attraverso la realizzazione di ulteriori indagini e sondaggi e la realizzazione delle opere provvisionali di sostegno allo scavo. 
La costruzione del volume dell’edificio, realizzato con strutture in cemento armato con grandi aperture vetrate che mettono in relazione l’interno della biblioteca con il paesaggio esterno, è stata realizzata in circa due anni di lavoro. 
Sostenibilità e comfort per lo studio
Il progetto è orientato su un sistema innovativo per la generazione dell’energia termica e frigorifera. È stato previsto il funzionamento in sequenza di una pompa di calore geotermica e di una pompa di calore aria/acqua. Inteso come progetto pilota, in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica (prof. Paolo Baggio e ing. Alessandro Prada) servirà anche al monitoraggio dei dati per stimare l’efficienza dei due sistemi. L’edificio è dotato di un complesso sistema domotico di gestione. 
L’edificio ha nel suo complesso elevate prestazioni energetiche (classe A+). La sostenibilità dell’edificio comincia dai muri: i calcestruzzi sono stati infatti realizzati con aggregato riciclato con scarto di porfido in percentuale variabile tra il 75 e l’80%. La raccolta delle acque meteoriche riduce inoltre il fabbisogno di acqua non potabile.
Il comfort interno è garantito dalla realizzazione di pavimenti in legno di rovere e pannellature dei soffitti con materiali fonoassorbenti. I serramenti e i pavimenti sono realizzati ad elevato taglio termico con garanzia di atossicità per contenuto di formaldeide e metalli pesanti. 
Gli arredi su misura, le scaffalature e i tavoli, con certificazione CAM (criteri minimi ambientali) sono stati progettati e realizzati per questa biblioteca. Il colore nero del materiale ligneo in MDF colorato in pasta delle scaffalature e il tortora dei tavoli rendono gli ambienti accoglienti e adatti alla concentrazione.
L’illuminazione sui tavoli è stata studiata per avere luce diretta e indiretta e varia con il variare del grado di illuminazione che proviene dall’esterno. Le lampade infatti sono tutte a Led dimerabili attraverso sensori della luce naturale. Tutte le finestrature sono dotate di tende oscuranti comandabili dal sistema domotico dell’edificio.
Le opere di sistemazione esterna sono state realizzate da poco e hanno previsto anche il rifacimento del viale alberato di ingresso al compendio di ingegneria. Il prato e le alberature sono dotati di impianto di irrigazione.
L’inaugurazione della BUM
La cerimonia di inaugurazione della nuova Biblioteca di Mesiano, che si è tenuta oggi, ha dovuto fare i conti con le restrizioni imposte dal contenimento della pandemia e per questo si è svolta a distanza con una cerimonia trasmessa in diretta, che può essere rivista sul canale YouTube di Ateneo alla pagina web dedicata: https://www.unitn.it/inaugurazione-bum.
Al taglio del nastro sono intervenuti il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian; il presidente del Consiglio degli Studenti, Edoardo Giudici; il sindaco di Trento, Franco Ianeselli; l’assessore provinciale all'urbanistica, ambiente e cooperazione e vice-presidente Mario Tonina; il dirigente della Direzione Patrimonio immobiliare dell’Università di Trento, Marco Dorigatti; il presidente del Consiglio della Biblioteca, Massimo Miglietta.
«Mi emoziona essere qui oggi, in luoghi e spazi che ho frequentato moltissimo e nei quali sono stato in vesti molto diverse, studente, giovane ricercatore, professore, ora rettore» ha esordito il rettore Flavio Deflorian. «Questa biblioteca è frutto di un grande lavoro, è un edificio di grande pregio e abbiamo il piacere di inaugurarla in un momento di parziale riapertura delle nostre attività in presenza: il momento giusto per un incoraggiamento. Il mio mandato è cominciato da poco, e voglio quindi ringraziare tutti quelli che, prima di me, hanno lavorato per arrivare, oggi, a questo risultato». 
E il riferimento è andato in particolare al rettore precedente, chiamato a intervenire durante la cerimonia. «È capitato anche a me di inaugurare una biblioteca all'inizio del mio mandato, trovandomela in qualche modo fatta» ha commentato Paolo Collini. «Era La BUC, la biblioteca progettata da Renzo Piano. In quell'occasione abbiamo discusso del futuro dei libri, del digitale, di questi grandi cambiamenti. E abbiamo capito che qualunque sia il futuro dei libri, ciò che rimane e rimarrà, è la biblioteca come il luogo dell'incontro, della condivisione e della scoperta. E rimarrà la bellezza come valore. Bellezza che senz'altro appartiene a questo edificio».
Da domani, 6 maggio, la biblioteca aprirà le porte agli studenti e alle studentesse, a tutta la comunità accademica e alla cittadinanza trentina. In periodo Covid gli orari di apertura saranno dalle 8 alle 19.45 dal lunedì al venerdì (mentre in periodo non Covid la chiusura sarà prolungata fino alle 21.25). La soddisfazione degli studenti e delle studentesse dell’Ateneo espressa oggi nelle parole del presidente del Consiglio degli studenti, Edoardo Giudici. «Sono felice di essere qui, perché oggi non è solo il termine di un percorso lungo ma anche forse l'avvio di una ripartenza. Dopo tanti mesi di lezioni telematiche, noi studenti abbiamo molta voglia di spazi di socialità e di contatto. Di alzare lo sguardo e trovaci immersi nei libri, in questi paesaggi, di guardare questa città che è la nostra anche se veniamo da fuori sede. Quando chiediamo riaperture non è per un capriccio, né pensiamo che l'università in qualche modo ce lo debba. Chiediamo riaperture perché pensiamo che la formazione, prima missione dell'Università, passi necessariamente per luoghi come questo».
Un apprezzamento anche nelle parole del sindaco di Trento, Franco Ianeselli: «Ringrazio l'Università di Trento perché questo edificio è un bellissimo regalo per la città. "Costruire biblioteche - ha scritto Marguerite Yourcenar - è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito". La pandemia ci ha costretto ad un inverno particolarmente lungo, e siamo allora davvero grati per questo nuovo granaio della città. Non ci sono due città, quella dei trentini e quella degli universitari. C'è una città sola, ed infatti in questo periodo abbiamo sentito la mancanza dell'università. Se Trento ha il suo posto del mondo, lo deve anche e soprattutto all'Università. Con l'Ateneo dobbiamo quindi costruire assieme, lavorare sugli spazi e creare prospettive comuni».
«L'inaugurazione di questa biblioteca – ha aggiunto l’assessore provinciale all'urbanistica, ambiente e cooperazione e vice-presidente Mario Tonina – il rappresenta un momento significativo per la città di Trento ed in generale per tutto il Trentino. Innanzitutto perché rafforza in maniera significativa l’offerta di servizi culturali a supporto degli studenti e favorisce un incontro dal vivo di cui abbiamo molto bisogno tra studenti, professori e ricercatori. E in secondo luogo perché parliamo di un intervento che interessa una zona particolare della città, una sorta di collina dello studio, della conoscenza e dell'eccellenza scientifica, sulla quale immaginiamo anche altri interventi, che riguardano ad esempio la mobilità alternativa, sia a supporto della crescita dei poli universitari che dei residenti. È l'arricchimento di un patrimonio a disposizione di tutti, un'ulteriore tassello che dimostra l'impegno di Provincia, Comune e Università al futuro, all'insegnamento e all'indipendenza dei giovani».

BUC e BUM. Ma anche BUP e BUR
In occasione dell’inaugurazione della BUM (Biblioteca universitaria Mesiano) il Senato accademico dell’Università di Trento ha deciso di rinominare anche le altre biblioteche preesistenti. Oltre alla BUC (Biblioteca universitaria centrale) che già sorge nel quartiere le Albere, cambiano nome la Biblioteca di Scienze, che diventa BUP (Biblioteca universitaria Povo) e Biblioteca di Scienze cognitive che diventa BUR (Biblioteca universitaria Rovereto).
I cambiamenti di denominazione delle varie biblioteche sono accompagnati da una revisione della grafica e delle indicazioni a beneficio di una maggiore coerenza comunicativa.

(a.s.)