Trento
26 Luglio 2024

Dottorati di ricerca, il report 2024 di AlmaLaurea

Per l’Università di Trento l’indagine sul profilo ha coinvolto 228 dottori di ricerca del 2023 e quella sulla condizione occupazionale ha riguardato 220 dottori di ricerca del 2022

Il Report di AlmaLaurea sul Profilo dei dottori di ricerca ha analizzato le performance formative di 6.105 dottori di ricerca del 2023 di 43 atenei. Il Report di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei dottori di ricerca ha analizzato 6.842 dottori di ricerca del 2022 di 54 atenei, contattati a un anno dal conseguimento del titolo e 1.420 dottori di ricerca del 2020 di 15 atenei, contattati a tre anni dal conseguimento del titolo.

IL PROFILO DEI DOTTORI DI RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DI TRENTO
I dottori di ricerca del 2023 dell'Università di Trento coinvolti nel IX Report sul Profilo sono 228.

Caratteristiche dei dottori di ricerca
Il 2,3% dei dottori di ricerca ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato); l’11,0% dei dottori ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree). Il 42,7% dei dottori di ricerca ha conseguito il dottorato nello stesso ateneo della laurea, il 34,9% in un ateneo italiano diverso da quello di conseguimento della laurea, il 21,6% dei dottori ha ottenuto la laurea in un ateneo estero. Il 22,8% dei dottori di ricerca ha cittadinanza estera. Gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di dottorato hanno ottenuto, in media, buone performance nel percorso di studio precedente; il 63,2% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha ottenuto 110 e lode nella laurea di secondo livello.
L’età media al dottorato di ricerca è pari a 31,1 anni e il 62,3% dei dottori ottiene il titolo di dottorato al massimo a 30 anni di età.

Motivazioni per l’iscrizione al dottorato e fruizione di finanziamenti
Aveva intenzione di iscriversi al dottorato già al momento della laurea il 78,9% dei dottori di ricerca. Tra le motivazioni ritenute decisamente importanti per l’iscrizione vi sono: il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (78,0%), la possibilità di svolgimento di attività di ricerca e studio in ambito accademico (45,4%) e il miglioramento delle prospettive lavorative (32,6%).
La fruizione di finanziamenti per la frequenza del dottorato ha riguardato l’89,9% dei dottori di ricerca.

Attività svolte durante il dottorato
Tra i dottori di ricerca, l’83,5% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato. 
Il 48,2% dei dottori di ricerca ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero e per il 27,6% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,7 su una scala 1-10.
Il 36,2% dei dottori dichiara di aver dedicato alla ricerca oltre 40 ore a settimana (il 9,6% ha dedicato alla ricerca più di 50 ore alla settimana) e il 78,0% dei dottori è stato coinvolto in gruppi di ricerca.
Infine, l’83,5% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, il 94,5% l’ha realizzata in inglese.

Valutazione del dottorato e prospettive future
Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza di dottorato appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei dottori in merito ad alcuni aspetti.
L’acquisizione di nuove competenze e abilità specifiche ha ottenuto in media un punteggio di 8,0 su scala 1-10; l’approfondimento di contenuti teorici 7,3 e la padronanza di tecniche di ricerca 7,8.
Il 56,9% dei dottori di ricerca dichiara che, potendo tornare indietro al momento dell’iscrizione, si iscriverebbe nuovamente allo stesso corso di dottorato e presso lo stesso ateneo. Lo 0,9% rifarebbe un altro dottorato nello stesso ateneo, il 4,6% un dottorato in un altro ateneo italiano, il 27,5% si iscriverebbe ad un dottorato all’estero e il 9,2% non si iscriverebbe più ad un dottorato.
Il 75,7% dei dottori ritiene che per il proprio settore disciplinare ci siano maggiori opportunità lavorative all’estero. Solo il 4,1% dei dottori ritiene invece di avere maggiori opportunità di affermarsi in Italia.

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI DOTTORI DI RICERCA DELL'UNIVERSITÀ DI TRENTO
Il IX Report sulla Condizione occupazionale ha riguardato 220 dottori di ricerca del 2022 dell'Università di Trento, contattati a un anno dal conseguimento del titolo.

Condizione occupazionale a un anno dal conseguimento del dottorato di ricerca
Il tasso di occupazione è pari al 94,6%. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 3,1%. Il 18,6% degli occupati prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del dottorato, il 12,9% ha dichiarato di avere cambiato lavoro dopo il conseguimento del titolo; il 68,6% degli occupati si è inserito nel mercato del lavoro solo al termine del dottorato di ricerca.

Caratteristiche del lavoro svolto a un anno dal conseguimento del dottorato di ricerca
Tra gli occupati a un anno dal conseguimento del dottorato, il 35,0% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, il 20,4% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato e il 29,3% dichiara di essere stato assunto con un contratto a tempo determinato. Il 6,4% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.) e il 2,5% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca. Il 5,7% è impegnato con altre forme di lavoro. Lo smart working coinvolge il 40,8% degli occupati. La retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è, in media, pari a 1.993 euro. Il 7,6% degli occupati svolge un lavoro part-time. Il 92,9% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 55,8% è un ricercatore o tecnico laureato nell'università mentre il 37,0% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Decisamente contenute le quote di occupati che svolgono altre professioni. Il 64,3% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, il 20,0% in misura ridotta, mentre il 15,7% ha dichiarato di non svolgere per nulla attività di ricerca. Il 74,1% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto, il 15,1% degli occupati dichiara che il titolo è abbastanza efficace per lo svolgimento del proprio lavoro, il 10,8% ritiene che sia poco o per nulla efficace. Il 72,1% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio, il 20,0% le utilizza in misura ridotta, il 7,9% dichiara di non utilizzarle per nulla.

Caratteristiche dell’impresa in cui lavorano i dottori di ricerca a un anno dal conseguimento del titolo
Ma dove vanno a lavorare? Il 60,5% dei dottori di ricerca è occupato nel settore pubblico, il 36,9% in quello privato, mentre il 2,5% è occupato nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe l’87,9% dei dottori di ricerca, mentre l’industria accoglie il 10,8% degli occupati. Il 57,3% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, il 10,2% al Centro, il 2,5% nel Mezzogiorno. Infine, il 29,9% lavora all’estero.