Trento
15 Febbraio 2019

Correttore genomico: raccolti 753 mila euro

L’obiettivo minimo – 160mila euro per far partire le linee di ricerca – è stato quasi quintuplicato grazie alla generosità della cittadinanza e del mondo imprenditoriale. Decisivo il contributo dell’Associazione Ogni Giorno per Emma onlus e dell’Associazione per il sorriso di Ilaria Montebruno onlus che hanno donato 345 mila euro. Significativa anche la donazione di 336mila euro dall’imprenditore Gino Del Bon. Queste donazioni specifiche serviranno per alimentare la ricerca su due diverse patologie genetiche rare: l'atassia di Friedreich e la Sindrome di Cornelia de Lange

Il 30 gennaio 2018 una notizia ha fatto il giro del mondo: «Ricercatori dell’ateneo trentino hanno messo a punto la forma più avanzata al mondo di editing genomico». Al CIBIO dell’Università di Trento il team di ricerca della professoressa Anna Cereseto ha creato un “bisturi genomico” di precisione, che potrebbe permettere un avanzamento cruciale nella lotta contro le malattie genetiche e i tumori. In quella occasione l’Università di Trento ha lanciato una campagna di raccolta fondi specifica per coinvolgere la cittadinanza. E questa azione di crowdfunding ha dato risultati ben oltre le aspettative. Oggi in una conferenza stampa in Rettorato si è fatto il punto sulla chiusura della campagna e sono stati comunicati i risultati sulle donazioni ricevute.
La campagna, durata un anno, aveva come obiettivo il finanziamento di quattro progetti di ricerca in particolare, per i quali servivano investimenti in termini di personale (giovani ricercatori e ricercatrici) e materiali di laboratorio. La campagna ha raccolto donazioni per un totale di 457mila euro. Una buona parte sono arrivate dalla comunità trentina, ma si sono registrate molte donazioni anche da altre parti d’Italia e persino dall’estero. Un successo di generosità, soprattutto se si tiene conto che l’obiettivo fissato dall’Ateneo per far fronte alle spese di personale e attrezzature era di 160mila euro. 
Dei 457mila euro raccolti, 112mila sono arrivati da donazioni di privati e aziende. Significativo analizzare le entità degli importi: le donazioni ricevute tramite carta di credito variano da 2 a 1000 euro, con prevalenza di importi da 100, 200 o 300 euro. Le donazioni arrivate invece tramite bonifico bancario hanno importi variabili tra i 10 e i 6mila euro. Considerato il fatto che si tratta di una prima campagna specifica, la risposta dei piccoli donatori è stata incoraggiante. 
A incidere decisamente sull’entità della cifra raccolta la donazione arrivata da due associazioni: l’Associazione Ogni Giorno per Emma onlus, attiva dal 2010 per iniziativa della famiglia Della Libera di Vascon di Carbonera (Treviso) e l’Associazione per il sorriso di Ilaria Montebruno onlus di Montebruno (Genova). Entrambe sono attive nel stimolare la ricerca a trovare una cura per una patologia seria e impegnativa, l’Atassia di Friedreich. Le associazioni hanno donato alla campagna “Correttore genomico” 345 mila euro che serviranno a finanziare una linea di ricerca specifica su questa patologia. Spiega Alessandro Quattrone, direttore del Dipartimento CIBIO: «L'atassia di Friedreich è una malattia genetica prodotta dalla mutazione di un gene (chiamato fratassina), il cui effetto è di causare una perdita della funzione di coordinamento muscolare che peggiora progressivamente, insieme a problemi cardiaci». 
Nella conferenza stampa di oggi è stata anche data notizia di un’ulteriore maxi donazione da 336 mila euro, arrivata tramite l’imprenditore milanese Gino Del Bon. L’importo, già in parte erogato all’Ateneo, servirà per alimentare un'altra linea di ricerca del tutto nuova, dedicata invece a trovare una cura ad un’altra malattia rara: la sindrome di Cornelia de Lange. «Si tratta di una malattia dello sviluppo – chiarisce Quattrone – causata, nella metà dei casi, da mutazioni inattivante del gene NIPBL, i cui effetti si manifestano sotto forma di forte ritardo della crescita, anomalie fisiche, problemi cognitivi e difetti funzionali in diversi organi». La linea di ricerca su questa sindrome è già stata avviata e prevede il finanziamento per tre anni di due nuove posizioni di ricerca (una senior e una junior).
Le competenze acquisite con l'attività di ricerca sui metodi per migliorare l'efficacia del correttore genomico verranno applicate a queste diverse patologie genetiche rare. «L'obiettivo dei due progetti, di durata triennale – aggiunge Quattrone – è quello di adattare la tecnologia del correttore genomico alla riparazione di questi due tipi specifici di lesione in cellule provenienti da pazienti, in modo da ottenere una prova di principio della possibilità di impiego di questo metodo per affrontare malattie genetiche rare».

(a.s.)