Trento
19 Settembre 2019
Cooperazione internazionale: così Sud e Nord crescono insieme
Si è aperto oggi pomeriggio il sesto congresso nazionale del Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (Cucs Trento 2019), organizzato dall’Università di Trento e dal Centro per la Cooperazione Internazionale con il titolo generale “Cittadinanza e beni comuni. Università e cooperazione per la sicurezza, l’ambiente e la sostenibilità dello sviluppo”. I lavori proseguiranno fino a sabato 21 settembre a Palazzo Paolo Prodi
Assumere uno sguardo che metta al centro la cittadinanza, nelle sue accezioni locale e globale, e la gestione dei beni comuni, come nodo critico e opportunità dello sviluppo sostenibile. È l’obiettivo del Cucs Trento 2019, congresso nazionale del Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo, rete di 30 atenei italiani, organizzato dall’Università di Trento e dal Centro per la Cooperazione Internazionale. Parole chiave del convegno sono: sicurezza, ambiente e sostenibilità.
I lavori su “Cittadinanza e beni comuni” si sono aperti oggi pomeriggio con il benvenuto da parte delle istituzioni promotrici e il saluto del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.
Il congresso Cucs, giunto alla sesta edizione, da sempre occasione di riflessione e aggiornamento per chi opera in questo ambito, proseguirà fino a sabato 21 settembre a Palazzo Paolo Prodi (Trento – Via Tommaso Gar, 14).
«La cooperazione internazionale – commenta Guido Zolezzi, coordinatore del Comitato organizzatore locale del Cucs – è un canale formidabile per la formazione dei giovani, per la ricerca scientifica collegata all’azione e alla valorizzazione dei territori. La cooperazione è ormai parte integrante del mondo universitario e viceversa, le Università sono a pieno titolo attrici di una cooperazione internazionale che cambia con le rapide trasformazioni sociali ed economiche, locali e globali».
L’Università di Trento, che è tra i soci fondatori del Cucs e anche del Centro per la Cooperazione Internazionale, da almeno 15 anni propone attività formative e di ricerca in questo settore. Fra gli esempi più significativi si può citare il programma Talete, percorso integrativo al corso di laurea magistrale per acquisire competenze trasversali nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza globale e alla sostenibilità, per il quale proprio ieri sono stati conferiti i primi otto diplomi.
Zolezzi riprende: «Cooperare è strategico per tutte le parti. Investire in cooperazione vuol dire investire in sostenibilità. Con una buona cooperazione si fa buona ricerca, si formano futuri professionisti e si creano legami e rapporti destinati ad aumentare il valore del territorio e delle sue realtà sociali e produttive. Il passaggio da paese del “sud del mondo” a paese trainante è stato spesso molto rapido, e chi ha saputo costruire, anche attraverso la cooperazione, rapporti duraturi e affidabili con queste realtà è stato ripagato con ricadute importanti sul territorio locale».
Poi una precisazione sulle risorse finanziarie per la cooperazione: «Per una cooperazione di qualità servono investimenti finanziari adeguati, che non possono essere confusi con l’assistenzialismo. La cooperazione invece è un fenomeno globale e al tempo stesso una dimensione valoriale che contribuisce a una più completa formazione degli studenti, così come a una più efficace comprensione delle dinamiche planetarie che quotidianamente ci condizionano. La cooperazione inoltre coinvolge sempre più anche il settore privato profit, ma non può essere confusa con la semplice internazionalizzazione d’impresa. Incorporando le prospettive della sostenibilità e della responsabilità sociale, la cooperazione può aiutare a uscire dal paradigma della globalizzazione competitiva e predatoria, offrendo un sistema di relazioni e una condivisione di valori con territori vicini e lontani. Su questo le università hanno certamente molto da dire, anche in relazione ai loro partner in Europa».
Il convegno è articolato in sessioni parallele e sessioni plenarie. Le quattro sessioni plenarie riguarderanno: Prospettiva su cooperazione e sviluppo dal punto di vista degli organismi internazionali (giovedì pomeriggio, dopo i saluti istituzionali); Ricerca e innovazione dal punto di vista del Global South e il tema della libertà nella ricerca scientifica (venerdì mattina); Cooperazione allo sviluppo: ponte tra Università e Terzo Settore (venerdì tardo pomeriggio); Sintesi delle sessioni e tavola rotonda sul futuro della cooperazione allo sviluppo in Italia (sabato mattina). I principali contributi saranno sintetizzati in una declaratoria sugli aspetti da considerare nel prossimo futuro, che sarà letta a conclusione del congresso.
Il congresso è organizzato nell’ambito del progetto strategico UniTrento for Development (UniTrento4D) e con il contributo di: Comune di Trento; Casse Rurali, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Il congresso è patrocinato da: Comune di Trento, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Ministero per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Conferenza dei rettori delle università italiane, Provincia autonoma di Trento.
Il convegno Cucs si svolge a Palazzo Paolo Prodi (Trento – Via Tommaso Gar, 14).
I lavori su “Cittadinanza e beni comuni” si sono aperti oggi pomeriggio con il benvenuto da parte delle istituzioni promotrici e il saluto del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.
Il congresso Cucs, giunto alla sesta edizione, da sempre occasione di riflessione e aggiornamento per chi opera in questo ambito, proseguirà fino a sabato 21 settembre a Palazzo Paolo Prodi (Trento – Via Tommaso Gar, 14).
«La cooperazione internazionale – commenta Guido Zolezzi, coordinatore del Comitato organizzatore locale del Cucs – è un canale formidabile per la formazione dei giovani, per la ricerca scientifica collegata all’azione e alla valorizzazione dei territori. La cooperazione è ormai parte integrante del mondo universitario e viceversa, le Università sono a pieno titolo attrici di una cooperazione internazionale che cambia con le rapide trasformazioni sociali ed economiche, locali e globali».
L’Università di Trento, che è tra i soci fondatori del Cucs e anche del Centro per la Cooperazione Internazionale, da almeno 15 anni propone attività formative e di ricerca in questo settore. Fra gli esempi più significativi si può citare il programma Talete, percorso integrativo al corso di laurea magistrale per acquisire competenze trasversali nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza globale e alla sostenibilità, per il quale proprio ieri sono stati conferiti i primi otto diplomi.
Zolezzi riprende: «Cooperare è strategico per tutte le parti. Investire in cooperazione vuol dire investire in sostenibilità. Con una buona cooperazione si fa buona ricerca, si formano futuri professionisti e si creano legami e rapporti destinati ad aumentare il valore del territorio e delle sue realtà sociali e produttive. Il passaggio da paese del “sud del mondo” a paese trainante è stato spesso molto rapido, e chi ha saputo costruire, anche attraverso la cooperazione, rapporti duraturi e affidabili con queste realtà è stato ripagato con ricadute importanti sul territorio locale».
Poi una precisazione sulle risorse finanziarie per la cooperazione: «Per una cooperazione di qualità servono investimenti finanziari adeguati, che non possono essere confusi con l’assistenzialismo. La cooperazione invece è un fenomeno globale e al tempo stesso una dimensione valoriale che contribuisce a una più completa formazione degli studenti, così come a una più efficace comprensione delle dinamiche planetarie che quotidianamente ci condizionano. La cooperazione inoltre coinvolge sempre più anche il settore privato profit, ma non può essere confusa con la semplice internazionalizzazione d’impresa. Incorporando le prospettive della sostenibilità e della responsabilità sociale, la cooperazione può aiutare a uscire dal paradigma della globalizzazione competitiva e predatoria, offrendo un sistema di relazioni e una condivisione di valori con territori vicini e lontani. Su questo le università hanno certamente molto da dire, anche in relazione ai loro partner in Europa».
Il convegno è articolato in sessioni parallele e sessioni plenarie. Le quattro sessioni plenarie riguarderanno: Prospettiva su cooperazione e sviluppo dal punto di vista degli organismi internazionali (giovedì pomeriggio, dopo i saluti istituzionali); Ricerca e innovazione dal punto di vista del Global South e il tema della libertà nella ricerca scientifica (venerdì mattina); Cooperazione allo sviluppo: ponte tra Università e Terzo Settore (venerdì tardo pomeriggio); Sintesi delle sessioni e tavola rotonda sul futuro della cooperazione allo sviluppo in Italia (sabato mattina). I principali contributi saranno sintetizzati in una declaratoria sugli aspetti da considerare nel prossimo futuro, che sarà letta a conclusione del congresso.
Il congresso è organizzato nell’ambito del progetto strategico UniTrento for Development (UniTrento4D) e con il contributo di: Comune di Trento; Casse Rurali, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics). Il congresso è patrocinato da: Comune di Trento, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Ministero per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Conferenza dei rettori delle università italiane, Provincia autonoma di Trento.
Il convegno Cucs si svolge a Palazzo Paolo Prodi (Trento – Via Tommaso Gar, 14).
(e.b.)
Informazioni sul convegno Cucs e programma su: https://event.unitn.it/cucs2019/it/