Trento
27 Ottobre 2020

Apss e UniTrento insieme per l’aggiornamento dei medici

Intelligenza artificiale e nuove tecnologie a supporto della diagnosi di infezione da Covid-19, veloce e al letto del paziente, grazie al protocollo messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione. Corso di aggiornamento promosso ieri e oggi da Apss e UniTrento per una ventina di medici trentini per potenziare la capacità diagnostica e minimizzare rischi e tempi legati allo spostamento dei pazienti

Una ventina tra dirigenti medici, medici coordinatori di azienda sanitaria e medici di Medicina generale sono da ieri ospiti del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento per un corso di aggiornamento sull’ecografia polmonare promosso dall’Azienda provinciale sanitaria in collaborazione con l’Ateneo. Il corso che si sta svolgendo al Polo Fabio Ferrari di Povo servirà loro per acquisire nuove informazioni sull’ultrasonografia, un nuovo approccio, utile nella diagnosi, monitoraggio e trattamento di patologie, sia nella pratica quotidiana, sia nell’emergenza. Lo scopo principale dell’Apss è quello di costituire un pool di medici che contribuiscano a fronteggiare la seconda ondata della pandemia, utilizzando strumenti e metodologie all’avanguardia a sostegno dei professionisti nelle residenze sanitarie assistite per quanto riguarda l’ecografia polmonare Covid-19.
Durante la pandemia, l’ecografia toracica, esame estremamente sensibile per la rivelazione di sindrome interstiziale polmonare, è stata fondamentale nel supporto alla diagnosi di sospetta infezione da Sars-Cov2. L’utilizzo degli algoritmi di intelligenza artificiale, unito all’ultrasonografia polmonare attraverso il protocollo messo a punto dal gruppo di ricerca dell’Università di Trento, offre uno strumento innovativo, di supporto alla diagnosi veloce e molto accurato, impiegabile direttamente al letto del paziente grazie a un tablet o a un comune dispositivo portatile.
Oltre all’introduzione teorica i medici coinvolti nel corso di ieri e oggi hanno svolto un addestramento pratico su simulatore di polmoni artificiali, accompagnato da una discussione in piccoli gruppi su casi clinici. Al termine del corso saranno in grado di utilizzare la strumentazione che consente di svolgere diagnosi affidabili direttamente al letto del paziente, senza muoverlo da un reparto all’altro o direttamente a domicilio o in rsa, minimizzando così i tempi e i rischi di contagio. 
Tra i docenti del corso presenti in questi giorni, anche Roberto Copetti, direttore della S.O.C. di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’Azienda n. 2 “Bassa Friulana-Isontina”, presidio ospedaliero di Latisana, ritenuto uno dei massimi esperti mondiali di ecografia toracica.
Come funziona il protocollo
Nel software messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento è stata raccolta e organizzata la conoscenza di esperti mondiali in ultrasonografia polmonare. Un patrimonio di informazioni che ora tutti i medici possono consultare in modo pratico, veloce e gratuito con pochi clic. È sufficiente caricare i filmati delle ecografie di ogni paziente e il software automaticamente le compara con i dati raccolti, restituendo un’analisi accurata e utile per formulare una diagnosi. 
A fare la differenza in termini di velocità e precisione è l’intelligenza artificiale che raccoglie ed analizza i dati, visualizzando in tempo reale i tratti anomali legati all’alterazione della struttura degli alveoli polmonari e dei tessuti interstiziali. Indizi utili a formulare una diagnosi accurata e veloce. Attraverso l’analisi di specifici pattern, infatti, le tecniche a ultrasuoni (ultrasonografia) favoriscono la comprensione della gravità di un paziente, e quindi l’applicazione del trattamento migliore. Le onde, insomma, fotografano i polmoni e ne rivelano lo stato di salute o di alterazione.
«È chiaro che effettuare la diagnosi rimane un compito affidato ai medici. Tuttavia il software può essere per loro un valido aiuto. Continua ad apprendere e migliora man mano che vengono inseriti nuovi dati» commenta Libertario Demi, docente coordinatore del progetto ICLUS dell’Università di Trento. «Si tratta di un’innovazione veloce da introdurre perché già disponibile tramite un’applicazione web che permette ai medici di tutto il mondo di avere a loro disposizione la valutazione degli algoritmi in tempo reale. Un ulteriore aspetto è che potrà essere possibile anche effettuare check a distanza su pazienti presi in carico in precedenza, oppure seguire l’evoluzione della condizione polmonare di pazienti diagnosticati positivi al Covid-19».
Questa soluzione offre anche notevoli vantaggi rispetto ad altre tecnologie attualmente disponibili, come la tomografia computerizzata (CT). Non impiega infatti radiazioni ionizzanti, può essere installata su dispositivi portabili e maneggevoli, particolarmente utili in zone rurali o nei Paesi in via di sviluppo, e diminuisce il rischio di contagio riducendo la mobilità del paziente.

(a.s.)