AlmaLaurea 2024 su profilo e condizione occupazionale di laureati e laureate
Internazionalizzazione, regolarità negli studi, soddisfazione per l’esperienza universitaria, tasso di occupazione: performance sopra la media italiana per chi consegue il titolo all’Ateneo di Trento
Rispetto alla media nazionale, a UniTrento si arriva alla laurea con una maggiore regolarità (laurea in corso per il 69,2% a fronte del 61,5% in Italia), un po’ più giovani e con una percentuale più che doppia di partecipazione all’Erasmus e ad altri periodi di studio all’estero (in media 21,2% a UniTrento rispetto a 9,8% nazionale con punte che raggiungono il 35,1% nelle lauree magistrali a ciclo unico, dove la media italiana è del 13,8%).
Nove su dieci laureati e laureate dell’Ateneo di Trento esprimono un elevato grado di soddisfazione per l’esperienza universitaria nel suo complesso (aule, rapporto con docenti, carico di studio). Otto su dieci sceglierebbero di iscriversi di nuovo allo stesso ateneo e sette su dieci anche allo stesso corso.
E dopo la laurea? La fotografia sulla condizione occupazionale di chi esce da UniTrento descrive un tasso di occupazione e una retribuzione mensile netta migliore rispetto ai dati nazionali. Per laureati e laureate di secondo livello a un anno dal titolo è dell’80,1% (rispetto al 75,7% italiano) e a cinque anni del 90,3% (a fronte dell’88,2%).
Giovani che guadagnano 1.500 euro (rispetto ai 1.432 della media italiana) a un anno e 1.950 (invece che 1.768) a cinque anni. Uno su due ha un contratto a tempo indeterminato, uno su cinque svolge attività in proprio e solo il 4% ha un lavoro part-time. Il 71,1% è inserito nel settore privato, il 24,3% nel pubblico, il 4,7% nel non-profit. Per quanto riguarda gli ambiti, laureati e laureate lavorano soprattutto nei servizi (74,4%) e nell’industria (24%).
«I dati del Rapporto Almalaurea 2024 restituiscono una fotografia molto positiva del profilo e della condizione occupazionale dei laureati e delle laureate di UniTrento. Siamo sopra la media italiana in indicatori strategici come l’internazionalizzazione (la partecipazione all’Erasmus e ad altri periodi di studio all’estero è più del doppio del dato italiano), la regolarità degli studi e il tasso di occupazione dopo la laurea, che per laureati e laureate di secondo livello a un anno dal titolo è dell’80,1% (rispetto al 75,7% italiano) e a cinque anni del 90,3% (a fronte dell’88,2%). Importante anche la soddisfazione per l’esperienza universitaria nel suo complesso», commenta il rettore di UniTrento, Flavio Deflorian.
AlmaLaurea ha presentato oggi il Rapporto 2024 sul profilo e sulla condizione occupazionale di laureati/e delle università italiane.
Nel dettaglio, sono state esanimate le performance formative di circa 300 mila laureati/e del 2023 di 78 università (163 mila di primo livello, 102 mila dei percorsi magistrali biennali e 31 mila a ciclo unico). E la condizione occupazionale di circa 660 mila persone laureate di 78 università, di primo e secondo livello del 2022, 2020 e 2018 contattate, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
L’analisi del profilo ha coinvolto 3.872 laureati e laureate nel 2023 dell'Università di Trento (1.989 di primo livello, 1.529 magistrali biennali e 354 a ciclo unico). L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato 7.204 laureati/e dell'Università di Trento. I dati si concentrano sull’analisi delle performance delle persone laureate di primo e di secondo livello uscite nel 2022 e intervistate a un anno dal titolo e su quelle di secondo livello uscite nel 2018 e intervistate dopo cinque anni.