Trento
8 Marzo 2017

8 marzo: la parità inizia dal linguaggio

Equità e contrasto alle discriminazioni di genere: è l’obiettivo del nuovo vademecum “Per un uso del linguaggio rispettoso delle differenze” accolto oggi dal Senato accademico dell’Università di Trento. Il documento contiene raccomandazioni per la comunicazione interna ed esterna all’Ateneo. Obiettivo: rendere la comunità accademica ancora più libera, aperta e inclusiva

Proprio nella giornata internazionale in cui si ricordano i diritti delle donne, l’Università di Trento si è dotata di un vademecum “Per un uso del linguaggio rispettoso delle differenze". Un documento simbolico ma allo stesso tempo molto concreto nelle linee guida e negli esempi, che vuole mandare un messaggio chiaro: un linguaggio corretto è la prima forma di rispetto delle differenze e di promozione di un cambiamento culturale.
Via libera dunque, in tutte le comunicazioni interne ed esterne dell’Ateneo, a espressioni che indichino chiaramente le differenze di genere. Nel documento, accolto oggi dal Senato accademico, si raccomanda infatti di declinare al femminile e al maschile tutti i titoli (il professore e la professoressa) e ruoli professionali (il presidente e la presidente), compresi gli aggettivi e verbi. Oppure di ricorrere a soluzioni sintattiche e non solo lessicali per correggere le asimmetrie nella comunicazione ed evitare lungaggini e barre. Ad esempio ricorrendo all’aggettivo “studentesco” in sostituzione della locuzione “degli studenti”. Al bando poi la forma “Egregi colleghi, gentili colleghe” nell’intestazione di lettere e email: d’ora in poi l’espressione “Gentili” potrà essere utilizzata sia con riferimento a donne che uomini.
«Uno dei principali ambiti attraverso cui stereotipi e pregiudizi di genere vengono prodotti e veicolati, ma possono anche essere modificati è senza dubbio la comunicazione», si legge nel documento. «Infatti, linguaggi audiovisivi, iconici, verbali e anche gestuali sono strumenti pratici che, da un lato, riflettono le asimmetrie presenti all’interno della società e pertanto contribuiscono a consolidarle e, dall’altro, possono agire su stereotipi e costumi per modificarli, adeguarli e contrastarli. L’Università di Trento ha deciso di impegnarsi in un processo di riflessione autocosciente sull’uso del linguaggio verbale e delle immagini, al fine di promuovere nei vari ambiti della vita quotidiana della comunità universitaria (eventi pubblici, produzione di testi amministrativi, comunicazioni) un impiego della lingua italiana rispettoso di tutte le differenze, trasversale a tutte quella di genere, e attento alla scelta di immagini equilibrate e rappresentative di tutte le diverse componenti che concorrono a formare una comunità accademica libera, aperta e inclusiva». 
Alla stesura del documento ha partecipato un gruppo composto da docenti di vari ambiti disciplinari (Serenella Baggio, Giulia Boato, Giovanna Covi, Vincenzo D’Andrea, Alessia Donà, Francesco Ghia, Ines Mancini, Barbara Poggio, Patrizia Tomio, Paola Villa, Silvano Zucal) che hanno preso in considerazione i diversi materiali testuali presenti all’interno dell’ateneo (documenti amministrativi, pagine web, materiali informativi di varia natura) e osservato le immagini che li accompagnano, giungendo alla definizione delle linee guida accolte oggi.
Il documento segue le indicazioni europee contenute, ad esempio, nella Direttiva UE/54/2006 e nelle linee guida “La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento Europeo, 2008”. È previsto nel più ampio Piano di azioni positive 2014-16 approvato dal Consiglio di amministrazione dell’Ateneo e portato avanti in primo luogo dalla prorettrice alle politiche di equità e diversità Barbara Poggio di concerto con altri delegati/e, figure e servizi posti a tutela delle pari opportunità, per la valorizzazione delle differenze e il riconoscimento dei diritti delle diverse componenti dell’Università di Trento.
Nella seduta di oggi del Senato accademico è stato inoltre presentato il prossimo Piano di azioni positive per il triennio 2017-2019 che prevede varie azioni: analisi dei dati e monitoraggio su benessere, pari opportunità e tutela dei diritti; politiche per le pari opportunità e valorizzazione delle diversità e del benessere organizzativo; promozione e disseminazione di buone prassi sul territorio. Dopo il passaggio in Senato accademico di oggi il Piano sarà presto sottoposto al via libera definitivo del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo.
(a.s.)