Trento
18 Giugno 2021

La borsa di ricerca “Giuseppe Zadra” al matematico Alex Casarotti

L’assegno di ricerca, intitolato alla memoria di Giuseppe Zadra - uno dei fondatori dell’associazione “Amici di Claudio Demattè e figura di rilievo della finanza italiana - servirà per sostenere un anno di studio del giovane ricercatore al Dipartimento di Matematica dell’Ateneo trentino. Al centro della sua attività di ricerca i tensori, oggetti matematici che servono per schematizzare raccolte di dati e farne dei modelli. Tante le applicazioni: dai computer quantistici allo studio dell’evoluzione genetica fino alla statistica. La soddisfazione del direttore Andreatta per il sostegno alle attività di ricerca dei giovani. La borsa sarà bandita ogni anno per sostenere le attività di un giovane ricercatore o ricercatrice in uno dei dipartimenti dell’Ateneo

Nuovo ingresso al Dipartimento di Matematica dell’Università di Trento grazie all’assegno di ricerca dedicato alla figura dell’economista di origini trentine Claudio Demattè. Ad aggiudicarsi un assegno di ricerca di durata annuale è il giovane ricercatore Alex Casarotti che ha superato la selezione tra una quarantina di candidature presentate. Grazie alla borsa messa a disposizione dall’associazione “Amici di Claudio Demattè” e intitolata a uno dei fondatori dell’associazione e figura di rilievo della finanza italiana, Giuseppe Zadra, Casarotti potrà svolgere attività di ricerca nel gruppo di Geometria del Dipartimento di Matematica. Un’unità di ricerca che ad oggi conta undici persone, tra corpo docente e di ricerca, dottorandi e dottorande.
Originario di Ostellato (Fe), Alex Casarotti ha conseguito il titolo di dottore di ricerca lo scorso febbraio all’Università di Ferrara. La sua ricerca si colloca nell’ambito della geometria algebrica birazionale, una branca della matematica per la quale è stata assegnata una medaglia Fields nel 2018 al matematico Caucher Birkar.
«Al centro della mia attività di ricerca – spiega Casarotti – ci sono soprattutto i tensori, “oggetti” matematici che vengono usati per schematizzare raccolte di dati e farne dei modelli. Un esempio facile di tensore sono le tabelle. Possiamo costruirne una bidimensionale, cioè con due parametri, incrociando i giorni del mese e le ore di ciascun giorno per tenere traccia delle temperature. Ma naturalmente i parametri possono essere molto più numerosi e sofisticati. La maggior parte dei dati che si misurano, poi, non sono sequenze casuali di numeri, ma hanno invece un legame tra loro che è importante capire e rendere semplice da misurare». 
Andare a caccia della correlazione e svelarla permette infatti di dare risposte in ambiti applicativi molto diversi tra loro. «Studio i tensori da un punto di vista geometrico - aggiunge. Applico tecniche di matematica astratta per determinare le loro proprietà, come si comportano nelle varie applicazioni utili nella vita reale. Ad esempio nella statistica, dove serve studiare i rapporti di correlazione che si nascondono dietro a grandi quantità di dati e misurazioni, per dare loro una spiegazione più attendibile. Oppure in un settore ancora più affascinante come la filogenetica: l’analisi della ramificazione delle linee di discendenza nell'evoluzione della vita. In questo caso i tensori ci aiutano a ricostruire come i quattro blocchi fondamentali che compongono il DNA (adenina, guanina, citosina e timina) evolvano di generazione in generazione. Questa lettura approfondita dietro le quinte ci permette di fare previsioni sulle eventuali mutazioni genetiche e, più in generale, di saperne di più sulla nostra storia biologica.
Tra le applicazioni più recenti, quelle legate alla teoria fisica della meccanica quantistica. «Negli ultimi anni lo sviluppo delle nano tecnologie ha dato vita a particolari computer – i computer quantistici – che si basano sulla tecnologia Q-Bit, ben più performante rispetto ai Bit, le famose stringhe di 0 e 1 che fanno funzionare il computer classico. Ciò che differenzia i Q-Bit dai computer standard con i Bit è proprio la velocità di calcolo, decisamente aumentata. I Q-Bit possono essere modellizzati come particolari tensori bidimensionali e studiarli in questo modo contribuisce a costruire computer sempre più ottimali e veloci». 
Alex Casarotti è entrato a far parte del laboratorio TensorDec, fondato e gestito da un gruppo di docenti del dipartimento e coordinato dalla prof.ssa Alessandra Bernardi. Il laboratorio si occupa di attività di ricerca e didattica nell'ambito dello studio dei tensori e collabora con varie aziende manifatturiere del territorio. Si tratta dunque di un ambito interessante di ricerca che potenzia l’attività del Dipartimento di Matematica, come spiega il direttore Marco Andreatta: «Siamo grati all’associazione “Amici di Claudio Demattè” per la sensibilità con cui da anni accompagnano la crescita delle attività di ricerca fondamentali nel nostro Ateneo e in particolare nell’ambito della matematica. Investire sulla ricerca di base e sui giovani non è facile nel nostro Paese. Eppure è un investimento che rende molto, alla collettività e alla conoscenza. Intitolare un assegno di ricerca a una persona come Giuseppe Zadra aiuta anche a ricordarne la figura e il valore anche a distanza di anni, a seguire almeno idealmente l’esempio che ha lasciato a tante generazioni di giovani».
La borsa intitolata a Giuseppe Zadra sarà finanziata dall’associazione “Amici di Claudio Demattè” ogni anno per sostenere le attività di un giovane ricercatore o ricercatrice di uno dei dipartimenti dell’Ateneo trentino. 

(a.s.)