Trento
28 Giugno 2016

Il volontariato con i rifugiati fa curriculum

Con il progetto “SuXr” l’Università di Trento valorizza l’impegno degli studenti. Per chi aderisce all’iniziativa: incontri di formazione e almeno 100 ore di attività riconosciuti con crediti formativi

Sul libretto universitario, accanto ai tanti esami del proprio corso di studio, potrà essere registrato anche il “SuXr” come credito formativo extra-curriculare. “SuXr” ovvero “Studenti universitari per i rifugiati” è il nome del progetto nato dalla manifestazione di interesse di studenti impegnati in attività di volontariato a favore di rifugiati e richiedenti asilo e diventato a tutti gli effetti un insegnamento dell’Università di Trento. Referenti: Barbara Poggio, Cristiano Vezzoni, Manuel Beozzo.

L’iniziativa è entrata nel vivo oggi con il primo momento di formazione sul tema dell’accoglienza ai rifugiati. Nell’aula 10 del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale l’incontro con le associazioni e con il mondo del volontariato, a cura di Silvia Volpato di Atas onlus (referente area lavoro di comunità – progetto di accoglienza richiedenti asilo Cinformi). Il corso proseguirà giovedì 30 giugno con un incontro di formazione giuridica sul problema dell’accoglienza ai rifugiati a cura dei giuristi Fulvio Cortese, Lucia Busatta, Elena Mitzman e Marta Tomasi e un terzo momento lunedì 4 luglio con il sociologo Giuseppe Sciortino che fornirà un inquadramento sociologico della questione dei rifugiati. Entrambi gli appuntamenti sono alle 17, sempre nell’aula 10 di Sociologia e Ricerca sociale (via Verdi, 26).

Nell’occasione del primo incontro sono stati anche chiariti i dettagli per chi intenda aderire all’iniziativa inserendo il percorso (incontri di formazione e almeno 100 ore di attività nell’arco di 4/5 mesi) nel proprio curriculum e vedendolo riconosciuto con due crediti formativi. Si è spiegato che, in questa fase sperimentale, si coinvolgeranno studenti e studentesse che già partecipano ad attività di volontariato a favore dei richiedenti asilo. Nella prossima fase il progetto si propone di divenire anche uno strumento per mettere in contatto le associazioni che si occupano di accoglienza con chi ancora non è impegnato, ma desidererebbe dare il suo contributo.

(e.b.)

Fotoservizio di Giovanni Cavulli per l’Università di Trento.