Trento
7 Aprile 2016

Come tesi un esercizio di futuro

Dall’esecuzione della pena alla conciliazione lavoro/famiglia alla frutticoltura in Val di Non. Il master in Previsione sociale dà gli strumenti per prendere decisioni strategiche di medio e lungo periodo in contesti di incertezza e mutamento. Mercoledì 13 aprile alle 17 al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale si terrà una presentazione pubblica della terza edizione, per la quale sono già aperte le iscrizioni

Multidisciplinare, intensivo, europeo e con un esercizio di futuro come tesi finale. Sono le caratteristiche più apprezzate del master universitario in Previsione sociale, attivato nel 2014 dall’Università di Trento e giunto alla terza edizione. Il corso, che ha richiamato l’attenzione di professionisti e funzionari di varie parti d’Italia, colpisce per l’originalità e le ricadute positive. C’è chi ha trovato «illuminante immaginare, con metodo, i futuri possibili della propria realtà e utile per orientare strategie». Un altro partecipante riferisce: «Il master mi ha fornito gli strumenti necessari a costruire un'immagine non piatta, ma tridimensionale del futuro». E un’altra corsista dice: «Il master mi è servito per approfondire una serie di concetti, di teorie e di schemi di pensiero che non avevo mai conosciuto». Roberto Poli, Cattedra UNESCO sui sistemi anticipanti al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Ateneo trentino, osserva: «L’Università di Trento per i “futures studies” è diventata un riferimento importante e il master è la prima proposta di questo tipo in Italia».

Il master universitario di secondo livello è un corso multidisciplinare, di formazione teorica e empirica, articolato in nove incontri intensivi (circa due al mese per quattro mesi), destinato a chi occupa, o si aspetta di occupare, posizioni di responsabilità decisionale come operatori e funzionari, sia privati sia pubblici. «Fornisce strumenti e competenze – spiega Poli – che consentono di prendere decisioni strategiche di medio e lungo periodo in contesti dove il futuro non è una replica del passato e il presente si arricchisce di elementi nuovi e poco conosciuti».

Il lavoro di tesi consiste in uno "studio di futuri" sulle questioni rilevanti per l'organizzazione o l’ambito professionale del partecipante, orientato e supervisionato da un docente del master. «L'insieme delle tesi – annuncia Rocco Scolozzi dalla Segreteria del Master – costituirà un "laboratorio di futuri" diffuso, con potenziali ricadute positive per tutta la comunità. Un patrimonio che sarà messo a disposizione di aziende, istituzioni e comunità chiamate ad affrontare situazioni nuove, a definire strategie di adattamento, a sviluppare soluzioni creative».

Qualche esempio di quanto è stato elaborato finora? Nelle tesi i partecipanti si sono occupati di vie di comunicazioni non rituali, di certificazione Family Audit nel 2040, di sviluppo dell'esecuzione della pena in Italia tra riabilitazione e reinserimento. Altri di scenari futuri per la formazione in età adulta, l’economia cooperativa in Italia, la frutticoltura in Val di Non e il turismo in Valle di Fiemme. C’è chi ha immaginato il modello di cura delle persone con disabilità dei prossimi 25 anni (con l’approccio di backcasting, che prefigura i risultati attesi in un tempo futuro e, da essi, torna al presente per individuare i percorsi più plausibili per raggiungerli).

Mercoledì 13 aprile alle 17 nell’aula 5 del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale (Trento – Via Verdi, 26) si terrà una presentazione pubblica della terza edizione del master. Le lezioni inizieranno a settembre e le iscrizioni sono già aperte.

(e.b.)