18 Maggio 2016

Ateneo e città di Trento provano a lavorare insieme

Il protocollo d’intesa firmato oggi da rettore e sindaco vuole migliorare i rapporti tra le due istituzioni, favorendo una migliore interazione tra città, università e popolazione studentesca. Le aree di intervento congiunto sono state illustrate oggi nel convegno “Universocittà”: dall’urbanistica alla mobilità, dalla comunicazione alla sicurezza. In programma anche la creazione di una App per l’individuazione e la presentazione dei luoghi dell’Università e l’organizzazione di mostre itineranti in scambio tra Università e Comune di Trento

Trento, 18 maggio 2016 – Da “Università nella Città” a “Università della Città”, integrata a pieno titolo e non più percepita come un corpo estraneo e un po’ misterioso. Università con la quale sia possibile avere uno scambio continuo e un rapporto di arricchimento reciproco. Questa la svolta per la quale il rettore Paolo Collini e il sindaco Alessandro Andreatta si sono impegnati a lavorare in modo congiunto con la firma di un protocollo d’intesa che segna lo sviluppo di collaborazioni già avviate e il lancio di una serie di nuove attività. L’accordo è stato sottoscritto questa mattina al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale in occasione del convegno “Universocittà. Realtà in dialogo”.
«Molti dei nostri studenti – sottolinea il rettore Paolo Collini – sono cittadini “temporanei”, ma vivono la città in modo intenso e vivace». Riprende: «Con questo protocollo c’è la volontà di costruire un rapporto di mutuo arricchimento, rispettoso, capace di cogliere il valore gli uni degli altri, nella reciprocità».
«Il rapporto tra Università di Trento e la città – evidenzia invece il presidente del Consiglio di Amministrazione, Innocenzo Cipolletta – riceverà da questo protocollo una spinta ulteriore per favorire la trasmissione della conoscenza e l'innalzamento della qualità della vita. Non a caso il prossimo Festival dell'Economia di Trento, che vede l'università e la città di Trento come promotori, ha per argomento “I luoghi della crescita” proprio a testimoniare dell'importanza del territorio culturale come motore di sviluppo».
Anche per il sindaco Alessandro Andreatta, la presenza dell'università a Trento rappresenta un «vantaggio competitivo che davvero può fare la differenza». Per questo, prosegue il primo cittadino, «noi non vogliamo che l’ateneo sia una città nella città, un campus chiuso, senza rapporti con l’esterno. Sarebbe un’occasione sprecata se la concentrazione a Trento di tanti studenti e docenti rimanesse senza conseguenze. Se i giovani, se il corpo accademico non trovassero in città un ambiente favorevole a mettere a frutto idee e intuizioni nate nelle aule, sui libri, nei laboratori. Riteniamo che la città debba essere la prima palestra dei tanti giovani talenti che affollano il nostro ateneo. E che Trento non debba rappresentare solo un luogo di lavoro per i docenti, ma qualcosa di più: una città aperta, che sa offrire una buona qualità della vita e sa valorizzare le competenze e le qualità di ognuno».
Molteplici e complessi gli obiettivo del progetto congiunto, avviato ufficialmente con la firma tra Ateneo e Comune di Trento. Sviluppare e migliorare i rapporti tra la città di Trento e l’Università, infatti, passa attraverso più operazioni: il coinvolgimento di professori e ricercatori che possano contribuire sotto il profilo scientifico alla definizione delle politiche per la città; la promozione di una maggiore interazione tra città, università e popolazione studentesca universitaria e l’incentivazione della conoscenza delle opportunità offerte dal territorio alla popolazione studentesca.
Il progetto si articola in diverse aree di intervento di competenza di gruppi di lavoro “misti” che avranno il compito di presentare progetti specifici riguardanti i vari ambiti. Tra queste: sviluppo e crescita urbanistica, aspetti sociali ed economici, aspetti giuridici e sicurezza, il concetto di smart cities, mobilità e ambiente, comunicazione, studenti e partecipazione. Oltre a questi è previsto un gruppo di coordinamento composto da tre rappresentanti dell’Università e tre rappresentanti del Comune di Trento e la consulenza di un/una rappresentante dell’Opera Universitaria e di un/una rappresentante della componente studentesca universitaria. In programma anche la creazione di una App per l’individuazione e la presentazione dei luoghi dell’Università e l’organizzazione di mostre itineranti in scambio tra Università e Comune di Trento.
Modalità e aree di intervento sono state oggetto del convegno “Universocittà. Realtà in dialogo”, moderato da Ivano Bison (Università di Trento), durante il quale sono intervenuti: Alberto Felice De Toni (segretario generale della Crui), Pasquale Nappi (rappresentante Unitown), Giuseppe Scaglione (Università di Trento), Chiara Morandini (direttrice generale Comune di Trento), Alberto Molinari (presidente Opera universitaria) e Lorenzo Varponi (presidente Consiglio degli studenti dell’Università di Trento). Il convegno è stato aperto dai saluti istituzionali dell’Università con il rettore Paolo Collini e il presidente del Consiglio di amministrazione Innocenzo Cipolletta e del Comune di Trento con il sindaco Alessandro Andreatta.

SCHEDA

Il protocollo d’intesa

La firma del protocollo d’intesa tra Università e Città di Trento prende spunto dal progetto nazionale avviato dall’Associazione nazionale dei comuni d’Italia (Anci) e dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), fa seguito all’adesione di Comune e UniTrento alla rete europea delle città universitarie “Unitown” e trova ragione nell’attenzione reciproca dimostrata dalle due istituzioni. Con l’obiettivo comune di favorire la partecipazione della cittadinanza, sia a livello di gestione della cosa pubblica sia di processi decisionali; la produzione di innovazione sociale, anche attraverso la sperimentazione e l'impiego delle nuove tecnologie; l'inclusione sociale, il benessere e la sicurezza; la sostenibilità ambientale; la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale e lo sviluppo economico sostenibile. L’accordo ha durata fino al 2020 e potrà essere rinnovato ogni cinque anni di comune accordo tra sindaco e rettore.

Ambiti di intervento

Gli ambiti di intervento previsti all’articolo 2 del protocollo sono:
- ricerca e trasferimento della conoscenza: aumentare nel governo locale, nella cittadinanza e negli altri attori economici e sociali la consapevolezza delle risorse di ricerca e dei saperi disponibili nell’Ateneo trentino; sviluppare piani comuni di ricerca e intervento anche attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento nazionali e internazionali; agevolare la mediazione tra i luoghi della formazione e il mondo economico-imprenditoriale;
- risorse umane, formazione e offerta culturale: valorizzare le professionalità dell'Ateneo rispetto alla formazione della cittadinanza, del mondo economico e sociale e del Comune; valorizzare le professionalità di alta qualificazione del Comune di Trento e del mondo economico e sociale mettendole a disposizione delle iniziative formative dell'Ateneo; favorire sinergie per la creazione di offerta culturale, ricreativa e sportiva rivolta sia al mondo universitario, sia al territorio;
- comunicazione: diffondere la conoscenza dell'Ateneo trentino presso la cittadinanza e le realtà economiche e sociali; promuovere la conoscenza della Città presso la comunità scientifica nazionale e internazionale;
- valorizzazione del patrimonio architettonico: promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico al fine di renderlo visibile, sostenibile e fruibile dalla collettività universitaria, dalla comunità locale e attrattivo nei confronti della comunità nazionale e internazionale;
- trasporti pubblici e mobilità urbana: rendere la mobilità urbana più accessibile alla popolazione universitaria, oltre che maggiormente efficiente ed ecologicamente meno impattante;
- accoglienza della comunità universitaria come cittadinanza: diffondere e valorizzare l’offerta culturale, sportiva e ricreativa; favorire l'integrazione e la residenzialità degli universitari, anche attraverso accordi comuni con l’Opera Universitaria; promuovere le relazioni internazionali anche attraverso l’accoglienza della popolazione universitaria proveniente da altri paesi.

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